Tutti gli oggetti elettrici saranno connessi: l’han già fatto!

Scopro grazie alla preziosa segnalazione di AndreaR (e condivido qui con te) che il mio sogno è stato già realizzato in Svizzera!

Il Progetto S2G si propone appunto di ottimizzare il consumo di elettricità non con faraonici investimenti dal lato della produzione ma con un approccio bottom-up:

Questo concetto di Smart-Grid, basato su un’intelligenza decentralizzata, è interessante poiché non necessità grandi investimenti di infrastrutture di comunicazione e non pone problemi di privacy, evitando il controllo del consumatore da parte da un organismo centralizzato di gestione di rete.

Infatti il progetto S2G implica che i nuovi apparecchi (caricatore dell’auto elettrica, aria condizionata, lavatrice, ecc.) siano equipaggiati con un piccolo dispositivo elettronico che misura frequenza e tensione di rete, stabilendo se la rete globale è in sovrapproduzione o meno. In questo modo ogni apparecchio saprà autoregolarsi in base alle esigenze dell’utente: per esempio raffreddando l’ambiente di qualche grado in meno o ritardando di alcuni minuti l’inizio della ricarica dell’auto elettrica.

Questo concetto mira a risparmiare i costi di una infrastruttura sofisticata richiesta da un modello di Smart-Grid centralizzato e ad utilizzare meglio la rete attuale disponibile, in quanto sarà possibile distribuire meglio i picchi di carico sull’arco della giornata, evitando anche di costruire nuove centrali in futuro.

Il progetto prevede una seconda parte, che dovrebbe essere partita a inizio 2012, in cui le case vengono dotate di batterie capaci di stoccare elettricità localmente nei momenti di basso consumo, per poi cederla nei momenti di picco.

Sono molto curioso di conoscere i risultati e gli sviluppi futuri di questa iniziativa. Purtroppo la sezione News del sito è ferma a novembre 2010, e rimanda ad account di Twitter e Facebook desertici.

A noi ci frega l’estero

Non posso non riportare per intero il commento di un italiano che vive in un paese più civile, sull’orrore dei TG italiani:

C’è un giochino che ultimamente faccio sempre più spesso, in una sorta di calvario auto-denigratorio che in qualità di italiano residente all’estero mi auto-infliggo nell’ormai vana speranza di poter un giorno gioire nel vedere un segnale di luce, un raggio di sole, un segno che mi faccia rialzare questo mio sguardo, da troppo tempo chino per lo sconforto e la vergogna.
Il giochino è semplice: guardare il notiziario nazionale della TSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) e poi guardare il TG1.
Parlano sempre di due mondi diversi, di notizie diverse, di fatti diversi.
Da una parte giornalismo fatto con serietà e passione, un giornalismo che racconta in prima persona i fatti del mondo, li spiega e non ha timore di esprimere la propria opinione.
Dall’altra parte c’è invece una sorta di cabaret autoreferenziale, con la politica ridotta ad un eterno derby con tanto di ultras prezzolati, alla Capezzone per intenderci.
Un cabaret in cui, a fronte di un paese che sta marcendo e implodendo nella voragine aperta dalla crisi, le notizie economiche vengono sbrigate in venti secondi prima dei numeri del superenalotto (non si sa mai) e comunque sempre ridotte ad opinione: qualsiasi sia il dato, non mancano mai di farci sapere che nella zona Euro, c’è sempre qualcuno che ha fatto peggio.
Segue una valanga di cronaca nera, torbida e stordente.
Notizie dal mondo? Zero o quasi, e spesso ridotte a gag, come le ridicole corrispondenze da Londra a firma dell’ineffabile Caprarica, tornato sulle rive del Tamigi e sempre di più convinto di essere un simpatico emulo di P. G. Wodehouse.
Prima di chiudere con dieci minuti (1/3 del tempo) di servizi inutili, di cui ogni giornalista con una coscienza dovrebbe vergognarsi a vita, non manca ovviamente l’aggiornamento dal Vaticano: “il santo padre ha detto, il santo padre ha fatto”. Finirà col convincersi di essere veramente importante, questo “santo padre”.
Se poi estendiamo il confronto a tutto il palinsesto, il risultato diviene oltremodo umiliante.
Basta muovere un passo oltre e confrontare l’offerta in chiaro dei maggiori eventi sportivi internazionali: F1, Moto GP, Champions League, Europei, Mondaili, ATP Tour, Ski World Cup, tutto, ma proprio tutto, è offerto in chiaro, commentato in maniera competente ed appassionata (durante i mondiali di calcio ospite in studio qui sulla TSI c’era Federico Buffa, sulla RAI Maurizio Costanzo) e, manco a dirlo, sostanzialmente privo di pubblicità.
E poi film in prima tv, documentari, approfondimenti giornalistici, notiziari, tutti i serial trasmessi in perfetto orario.
Insomma, una tv di qualità pagata con il canone dei cittadini. Esiste, si può fare.

Pubblicità alla televisione svizzera

L’anno scorso in Svizzera la pubblicità televisiva è calata dell’1.4%, ma quest’anno il crollo è preannunciato da due pesanti indizi:

  1. Per la prima volta a memoria d’uomo (la mia), l’ora esatta prima del TG serale è rimasta senza sponsor.
  2. In questi giorni le pubblicità più frequenti sono quelle di un piastrellista, di un idraulico e di una ditta di pompe funebri.