Domenica 9 febbraio in tutta la Svizzera si vota un referendum che chiede che il numero di permessi di dimora per stranieri in Svizzera, incluso i richiedenti d’asilo, sia limitato da tetti massimi e da contingenti annuali.
Referendum simili, ma che fissavano esplicitamente il tetto massimo, non sono stati sottoposti al voto perché violavano il principio di non-refoulement (ho dovuto googlare anch’io), contro il rimpatrio forzato verso aree in cui la vita o le libertà personali sono minacciate.
La percentuale di stranieri residenti in Svizzera è molto alta: circa il 23% della popolazione totale. Per fare un paragone, in Lombardia la percentuale di residenti stranieri è dell’11%. Questo anche perché l’ottenimento della cittadinanza in Svizzera è molto più difficile che in Italia. L’andamento svizzero ricalca la congiuntura economica:

Il Consiglio Federal Svizzero non ha presentato una contro-proposta e raccomanda di respingere l’iniziativa. Nelle motivazioni, si legge tra l’altro:
Dopo l’introduzione della libera circolazione delle persone, nel complesso l’immigrazione ha avuto effetti positivi sulla produttività. La Svizzera dispone attualmente di un buon bilancio fiscale specialmente grazie alla quota relativamente elevata di laureati immigrati (cfr. Sheldon 2012).
La libera circolazione delle persone ha certamente rafforzato la concorrenza sul mercato del lavoro. L’affermazione corrente secondo la quale l’immigrazione degli ultimi anni avrebbe condotto a una estromissione dei lavoratori residenti non è però confermata. La maggior parte della manodopera immigrata dall’UE costituisce un buon complemento al potenziale dei lavoratori già presenti.
[…]
L’immigrazione rallenta l’invecchiamento della popolazione e sgrava la assicurazioni sociali del primo pilastro (AVS/AI/IPG/PC), finanziate secondo il principio della redistribuzione. I lavoratori provenienti dai Paesi dell’UE/AELS versano oggi molti più contributi alle assicurazioni sociali di quanti ne percepiscano. Il timore iniziale che la libera circolazione delle persone avrebbe fatto lievitare il numero di stranieri beneficiari di prestazioni dell’AI si è rivelato infondato.
Si prevede che l’iniziativa verrà bocciata a livello federale, nonostante la vittoria in alcuni cantoni di frontiera. Se così non fosse, si teme che salterebbero gli accordi commerciali e di libera circolazione tra Svizzera ed Unione Europea (la UE rappresenta circa il 50% del commercio estero Svizzero).
Aggiornamento del 9 febbraio 2014:
BERNA – Sì all’iniziativa sull’immigrazione di massa. Di stretta misura (19.516 schede di differenze) il popolo svizzero ha accolto la proposta di modifica costituzionale dell’UDC con il 50,3% delle preferenze e ha così sconfessato governo, parlamento, organizzazioni economiche e sindacati.
A schierarsi con gli iniziativisti sono stati 17 cantoni, fra cui il Ticino, che ha presentato la percentuale di favorevoli di gran lunga maggiore del paese (68,17%), e i Grigioni (50,59%). Hanno invece votato contro la Romandia, Basilea Città, Zurigo e, per un soffio, Zugo.