Il contest è un criterio di scelta come un altro

Il tempo è sempre poco e i blog in aggregatore sono sempre troppi. Non solo, ma non passa settimana senza che ne aggiunga tre o quattro nuovi, e quindi la situazione sfugge di mano molto in fretta.

Allora un mio nuovo (1) personalissimo criterio per cercare di sfoltire è diventato questo: cancello chiunque partecipi a un contest. E’ una mia fissa, lo so, ma d’altra parte è il mio aggregatore e ci faccio quel che mi pare.

Ho poi notato che se qualcuno dei cancellati scrive qualcosa di veramente interessante, viene immancabilmente ripreso e tumblerato da altri e quindi riesco ad arrivarci lo stesso.

Ci sono anche effetti molto positivi: ad esempio, mi sono accorto dell’ultimo prestigioso concorso “Vendi il Tuo Didietro per un Gadget” solo da blogbabel, dato che non leggo neanche uno dei prestigiosi concorrenti.

(1)
gli altri criteri sono a) solo feed completi e b) niente pubblicità

6 anni di blog

Ogni anno mi dico che bisogna passare a qualcosa di nuovo, ma poi il nuovo non mi soddisfa mai pienamente. E quindi continuo a bloggare con immutato entusiasmo.

D’altra parte il panorama è cambiato radicalmente, e tutto sommato per il meglio. Anche se si continua a guardare ai blogger come a una elite avanzata, non credo sia mai esistita al mondo una tecnologia che sia stata adottata con la stessa velocità. Quanti siamo oggi, due o trecento milioni? Solo Technorati ne indicizza più di cento milioni. Ma se torniamo indietro di dieci anni, il termine “weblog” non esisteva ancora: è stato coniato il 17 dicembre del 1997.

Perché dico “per il meglio”? Perché c’è più gente, e perché gli strumenti di filtraggio sono sempre più evoluti. Diventa quindi ogni giorno più facile trovare persone interessanti che bloggano.

Le varie derive negative, principalmente quelle pubblicitario-markettare e aziendali, non mi preoccupano affatto: non rubano spazio ad altri, dato che su internet c’è posto per tutti. Io le evito facilmente (e scrupolosamente), ma senza impedire ad altri di trovarle interessantissime.

La coda lunga che scodinzola

C’è un ottimo post di Luca Carlucci sul buzz marketing, che fa il punto della situazione ad oggi e chiede, tra l’altro, almeno un minimo di autoregolamentazione. Dicevo, nei commenti, che il fenomeno mi preoccupa ma non troppo perché lo vedo perdente in partenza.

Motivi per cui sono ottimista:

1)
La storia insegna: tutti i sistemi affidati esclusivamente all’integrità morale del singolo, finiscono per degenerare rapidamente nel viva la peppa. Se continua così, il buzz marketing finirà per attirare solo la parte più becera della rete, perdendo efficacia e interesse.

2)
In internet è quasi impossibile che una campagna di buzz rimanga segreta, e la segretezza è l’ingrediente principale senza il quale diventa una pubblicità qualsiasi, e quindi saltata a prescindere.

3)
Tra non molto, come dicono i Maestrini nei commenti al post, le aziende si accorgeranno che i ritorni di queste campagne (quando il buzz non è progettato assieme al prodotto) non ci sono o sono dei semplici fuochi di paglia, e perderanno interesse.

4)
Sono un inguaribile ottimista.

MAYDAY

Certo che i meccanismi che regolano la Blogosfera e le relative reazioni sono proprio curiosi!

Questa mattina dichiaro di voler scendere, chiedo aiuto e consigli; la reazione non si è fatta aspettare a lungo, a fronte di alcuni utili, curiosi e simpatici consigli nei commenti, ecco che succede l’irreparabile: apre le danze Joe Tempesta che forse pensa che io stia fingendo, poi Gattostanco mi fa simpaticamente uno scherzetto che viene ripreso nei Placidi Appunti, e infine arriva anche Andrea, con cui a dire la verità concordo!

Insomma che sia più difficile scendere che non salire???