Almeno nel mio caso, credo che la colpa sia della nuova versione di antivirus (Computer Associates Security Center 3.0.0.196) installata da poco, e in particolare del suo firewall troppo stretto.
Da quando l’ho segato, tutto fila liscio.
It's more complicated than that!
Almeno nel mio caso, credo che la colpa sia della nuova versione di antivirus (Computer Associates Security Center 3.0.0.196) installata da poco, e in particolare del suo firewall troppo stretto.
Da quando l’ho segato, tutto fila liscio.
Andrea mi segnala questo documento pubblicato da Microsoft nel luglio 2006, dove si annuncia che SharePoint Services 3.0 supporta blogs, wikis e RSS, strumenti che vengono definiti addirittura “revolutionary forces” a pari livello con la posta elettronica. E fin qui tutto bene.
Poi trovo frasi del tipo:
“Like e-mail, blogs and wikis are now moving into mainstream business services, and it is important to establish good practice for their planning, deployment, and management, because business tools deliver increased productivity only if you implement them effectively.”
Eh, certo. Se il blog è un business tool, le parole chiave sone quelle: planning, management, productivity! Il blog deve rendere! Quando leggo queste cose mi viene sempre in mente quello che pescava per divertimento: quando hanno cominciato a pagarlo, non si divertiva più.
Altra perla:
“One of the problems with blogs is that they are self-regulating so a reader cannot always be sure that a posting is correct. For a business, it is essential that any communication delivered to customers is not only technically correct, but that it also adheres to company publishing style guidance and standards. While you may be able to manage contributions from within your company through company policies, you cannot regulate what external contributors may post.”
Certo, non è saggio permettere che un business tool si autoregoli, che abbia uno stile indipendente. Controllare, vigilare, nel dubbio reprimere.
Ma la frase capolavoro, per come riesce a condensare in poche parole lo spirito del blog secondo Microsoft, credo sia questa:
“External blogs are a particularly useful way to communicate small chunks of information to your customers or partners.”
Che dire? Qui c’è tutto.
Certamente questo documento è stato scritto da un comitato seguendo le linee guida, secondo uno stile standardizzato; ed è stato controllato da un gruppo ad hoc, approvato da una catena gerarchica e vistato dai consulenti legali. Ma se la Microsoft stessa lo avesse preso per buono, Robert Scoble non sarebbe mai esistito.
(Vedi anche questo post di Dave Winer sulla blogging policy di Apple)
Se capita anche a te che Firefox, anche nella ver. 2, dopo qualche minuto di normale utilizzo, ti si pianti brutalmente, e che quando lo chiudi il processo rimane caricato in memoria consumando il 98% della CPU, e che quando gli dici “termina il processo” non succede niente, e che se provi a riavviare il PC la macchina non si riavvia, tanto che devi spegnerlo a mano e poi riaccenderlo per riaverne il controllo, e che tutto ciò accada anche dopo che hai disinstallato (con la morte nel cuore) tutti i tuoi plugin:
mi dici per favore come hai fatto a risolvere?
Grazie mille fin da subito. Questo post ti giunge in forma ridotta da una finestra di Internet Explorer 7.0 rispolverato per l’occasione, senza tag o contributi audio/video. Chi ti parla è stato autorizzato dalla redazione a piangere disperatamente in pubblico senza vergogna.
Posto che secondo me a Milano eravamo forse un pelino troppi per riuscire ad annodare conoscenze con tutti, a Torino si sono iscritte ben cento persone, e verranno proposte almento 24 presentazioni in circa otto ore, contando un a partenza lenta come a Milano e un’ora di tempo per mangiare qualcosa.
Ma le sale a disposizione sono solamente due! Bisognerà inventarsi almeno una terza sala, altrimenti la vedo molto molto stretta.
E credo che passerò la maggior parte del mio tempo a ripetere “Ciao, chi sei?” (idea: magari ne viene fuori il mio primo podcast).
E mi chiedo, e ti chiedo: il formato barcamp è scalabile? Oltre quale numero di partecipanti non funziona più? E se si è in tanti, come bisogna fare per non ricadere nella (orrore!) conferenza tradiz… zzz… zzz… zzz… zionale?
Ho appena finito di vedere “An Inconvenient Truth” di Al Gore, che tra l’altro riporta lo stesso grafico che compare in questo post preoccupato di Beppe Caravita.
Consiglio a tutti di vedere il documentario. Cercatevelo su Internet adesso, che se aspettate che arrivi in Italia tramite i canali tradizionali…
Dice tra l’altro che nella comunità scientifica il consenso sul riscaldamento globale è unanime e consolidato, e che sul migliaio di peer-reviewed papers pubblicati ultimamente, quelli contrari sono lo 0%.
Invece sui media mainstream gli articoli contrari al riscaldamento globale sono il 53%! Sottovalutazione o lotta aperta? Informazione o lobbying? E complimenti a quel 47% di giornalismo serio.
Per quanto riguarda l’allarmismo, do not panic, dice Al Gore: abbiamo margini di manovra. Ma se è vero che alcuni scienziati pensano che si possa ancora fare qualcosa, è vero anche che parlano di una finestra temporale piuttosto stretta.
Il post di Beppe ha un sacco di altri link interessanti.