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Ovvero: quelli che pagano per stare nelle ricerche dove non c’entrano

Chissà cosa spinge il Camping Pineta sul Mare di Cesenatico a comprarsi la parola “camp” e a voler per forza comparire in una ricerca in cui non c’entrano. Forse non si fidano della mia capacità di cercare un camping in pineta sul mare a Cesenatico? Forse non si fidano della visibilità del loro sito? (Aiutino: guardando GMaps, non sembrano proprio sul mare e neanche completamente dentro una pineta).

L’altra cosa paradossale è che la Hyundai (per dirne una) abbia comprato la parola chiave “Hyundai” in modo che quando cerco Hyundai mi compare la pubblicità del sito Hyundai appena sopra al primo risultato, che è appunto il sito Hyundai.

Morale: la pubblicità testuale di Google è inutile per definizione, meglio evitarla.

Added bonus: il plugin HTTPS Everywhere mi reindirizza automaticamente a una pagina criptata.

di mestiere faccio il target – diapositive da 12 a 18

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Ovvero: strumenti di difesa, e la questione morale

Ce ne sono molti, ma quelli che linko qui sopra sono gli strumenti di difesa che uso io per:

  • bloccare la pubblicità non richiesta (occhio che AdBlock è diverso da AdBlock Plus)
  • bloccare il tracking della mia attività sul web
  • utilizzare di default la connessione criptata quando disponibile

Sono strumenti che trovo particolarmente utili sui computer dei bambini e degli adulti alle prime armi, quelli che faticano a distinguere un banner a forma di avviso di Windows da un avviso di Windows legittimo o un finto antivirus da uno vero.

Ma prima di installare questi strumenti, è bene che tu ti ponga la grande questione morale:

  • con AdBlock tu non vedi la pubblicità che non ti interessa: l’inserzionista risparmia di pagare una impression inutile o controproducente, ma il sito web non guadagna
  • senza AdBlock tu vedi una pubblicità che non ti interessa e ti infastidisce: il sito web guadagna ma l’inserzionista ha buttato i suoi soldi

Che fare? Il mio suggerimento è quello di usare AdBlock sempre e comunque, ed eventualmente mettere in whitelist i siti che ritieni meritevoli di infastidirti con la pubblicità.

Aggiornamento del 27 ottobre 2021:

Sono passati molti anni, la pressione markettara imperversa e difendersi è sempre più importante. Oggi i miei strumenti sono:

  • PiHole come server DNS di tutta la rete (piuttosto nerd ma prezioso)
  • Brave come browser sicuro
  • uBlock Origin come estensione anti-pubblicità di Chrome
  • F.B.Purity come estensione anti-facebook di Chrome

Sul web trovi una valanga di informazioni e di tutorial. Per esempio, Amber di Comparitech mi segnala questo elenco di strumenti anti-tracking (in inglese).

di mestiere faccio il target – diapositive da 9 a 11

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Ovvero: la grande delusione

Come era inevitabile, e passato l’entusiasmo libertario degli inizi, il commercio e la pubblicità hanno massicciamente invaso il web. E la pubblicità non solo è diventata invasiva, ma in molti casi è anche pericolosa e induce i navigatori meno smaliziati, specie ragazzini e anziani, a installarsi le peggio porcherie.

Per non parlare della commercializzazione dei rapporti sociali implementata da Facebook: i tuoi amici che sponsorizzano la pubblicità di un marchio rappresentano una delle grandi cime abissali della volgarità internettiana; ma in generale tutti i patetici sforzi di social media marketing sono a un livello appena sotto alla gita in pullman a Sirmione con dimostrazione di pentole.

Il fatto è che quando sono davvero interessato a un prodotto; la pubblicità è troppo poco; e quando non sono interessato, ovvero la maggior parte del tempo, la pubblicità è un disturbo di cui faccio volentieri a meno.

Il fatto è che io non ho nessuna voglia o tempo di avere una conversazione con il prodotto: specie se la conversazione serve solo a “colpire il target con il messaggio”, specie se in caso di problemi dopo che ho comprato la conversazione si interrompe.

di mestiere faccio il target – diapositive da 4 a 8

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Ovvero: le mie ossessioni

Sarebbe mostruoso se io chiedessi indietro a mio figlio i soldi spesi per lui, e sarebbe ancora più mostruoso se lui me li volesse ridare. Per me il confine tra gli affetti e gli amici da una parte, e il resto del mondo dall’altra, è dato dal denaro.

La nascita dei blog alla fine dello scorso secolo è stata da me vissuta come una liberazione dalla pressione della società dei consumi, mi permetteva di concentrarmi sui rapporti interpersonali non commercializzati. Da subito ho avuto la fissa di inserire nel mio blogroll solo esseri umani con nome e cognome; più tardi con Twitter non solo ho deciso di seguire solo persone identificabili come tali, ma ho anche bloccato sistematicamente tutte le sottoscrizioni di bot, fake, anonimi, aziende. Su Twitter, FriendFeed e Facebook ho creato liste e seguo attivamente solo gli “amici personali”, ovvero le persone che riconoscerei per strada e con cui mi fermerei a fare due chiacchiere.

Insomma il web è per me il soprattutto il luogo delle relazioni. Il web è anche il luogo del commercio, ovviamente, ma in rari momenti da me accuratamente scelti.

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Ovvero: l’indottrinamento

Durante la discussione seguita al mio intervento, Gianluca ha commentato che “la pubblicità è per gli stupidi”; un altro ha aggiunto “è per chi non sa fare le ricerche su Google”. Io penso che la pubblicità sia per gli ingenui.

Oggi la pressione pubblicitaria non è affatto diminuita. La mente ingenua e recettiva del bambino americano medio si becca 40.000 pubblicità all’anno: a tre anni riconosce già 100 marchi, e a 10 anni ne riconosce da 300 a 400.

La pubblicità non fa presa su noi adulti smaliziati, ma certamente lascia un imprinting sui bambini al cui confronto i balilla e le guardie rosse erano dei poveri dilettanti. La nostra società dei consumi li plasma a sua immagine.

E’ un peccato perché la loro enorme capacità di imparare, che con gli anni si perde, potrebbe essere meglio alimentata. Non dico di fare come Johann Sebastian Bach che a tre anni copiava musica per il padre (e guarda te come è venuto su bene). Ma insegnare loro una seconda lingua, uno strumento musicale, un’arte? Iscriverlo a un Coder Dojo?