Giuriamo fedeltà ai nuovi signorotti nella speranza che ci proteggano. Non abbiamo molta scelta, e spesso i loro interessi non coincidono con i nostri.
Cose stupide: la segmentazione geografica dei diritti televisivi
Quattro anni fa l’avrei detto impossibile, e invece seguo le Olimpiadi di Londra 2012 esclusivamente via computer: si vedono molto meglio che sul mio piccolo televisore analogico.
Ma se sono in Italia le posso vedere solo sul sito di RAI2, se sono in Svizzera solo su quello di RSI2, e per guardarle sulla BBC devo essere in Inghilterra.
Se questa segmentazione per bacino di utenza geografica aveva un senso per il mezzo televisivo, trasportata sul web perde completamente ogni senso che non sia l’artificiale protezione di interessi economici anacronistici.
“Internet routes around obstacles”e anche questo ostacolo è aggirabile, se sai fare una ricerca e sai seguire le istruzioni. Ma voglio sperare che tra quattro anni non ce ne sarà più bisogno.
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Da “I am a strange Loop” di Douglas Hofstadter:
There is no meaning to the letter “b”, and yet out of it and the other letters of the alphabet, put together in complex sequences, comes all the richness and humanity in a novel or in a story”
Questa era la nota che volevo postare dal Kindle. Stavo per dire “dal mio Kindle”, ma evidentemente non è così. Amazon, spero tu muoia presto.
Non ci sono scorciatoie
Rilancio il fondamentale post di Stefano Quintarelli Il Mondo Nuovo sul tema dei diritti d’autore nell’era digitale, perché delinea con molta chiarezza i termini del problema e avanza proposte che riguardano sia i diritti che i doveri:
- i beni digitali devono essere ottenibili e fruibili su ogni dispositivo : per evitare abusi e creazione di monopoli se chi fornisce il contenuto è lo stesso soggetto che gestisce la rete di distribuzione o che produce l’hardware
- ogni bene digitale si deve portare dietro la propria licenza d’uso: così si può sapere se è un Creative Commons, o una copia privata di qualcuno o un oggetto venduto da qualcuno o un oggetto nel pubblico dominio, ecc..
Mi piacerebbe anche capire come mai la violazione del diritto d’autore merita una immediata repressione d’ufficio, senza debito processo, e altre fattispecie di reato debbano invece aspettare il lento corso della giustizia italiana. Dov’è l’urgenza? Quali sono le priorità?
Mi piacerebbe anche capire se possiamo considerarlo un precedente e inaugurare un nuovo filone della giustizia italiana, tipo: se io dico che tu mi devi dei soldi, tu me li devi dare subito e poi abbiamo sessanta giorni per discuterne.
The Problem with Twitter
In Beyond Social Media, Doc Searls offre alla nostra attenzione questa tabellina:
Servizio |
Open Protocol |
|
SMTP POP3 IMAP MIME |
blog |
HTTP XML RSS Atom |
podcast |
RSS |
instant messaging |
IRC XMPP SIP/SIMPLE |
|
— |
|
— |
friendfeed |
— |
Dice Doc:
“Personal and social go hand-in-hand, but the latter builds on the former.
Today in the digital world we still have very few personal tools that work only for us, are under personal control, are NEA, and are not provided as a grace of some company or other. (If you can only get it from somebody site, it ain’t personal.) That’s why I bring up email, blogging, podcasting and instant messaging. Yes, there are plenty of impersonal services involved in all of them, but those services don’t own the category. We can swap them out. They are, as the economists say, substitutable.”
Come al solito, la discussione prosegue anche su friendfeed.