L’utente inattivo non è un fake ma vale quanto un fake

L’articolo sulla compravendita di finti account di Twitter è stato ripreso dalla stampa di tutto il mondo, e questo è un bene perché aumenta la consapevolezza dell’universo. Il nodo della questione credo l’abbia centrato Peter Stonecutter in questo commento al post di ninjamarketing:

Condivido la perplessità sul fatto che non si sia distinto tra BOT e utenti inattivi: alla fine però per un’azienda cambia relativamente poco, si tratta sempre di profili “inutili” che fanno solo numero 🙂

Ma lo studio di Marco Camisani Calzolari non è il primo ad attirare l’attenzione sulle finzioni di Twitter, e Roberto Dadda segnala una ricca bibliografia in merito.

Esistono altri strumenti, non perfetti ma molto più semplici, per capire se un account manipola i propri followers. Ad esempio, basta seguirne la storia per ricavare forti indizi:

 

Anche la storia del following può essere indicativa:

La morale della storia alla fine a me sembra essere questa: internet è delle persone, oppure non è.

il mescolino*

Ho cambiato l’avatar di Twitter grazie alla portentosa foto di Francesca, che ringrazio profusely.

Son cose.

(* A Como dicesi “mescolino” il broncio del fantolino triste e capriccioso)

Twitter followers

Allora, ecco l’elenco degli ultimi dieci followers che mi seguono su Twitter

bizzflip (classifieds)
kdebt (vitamins)
SkyGuidaTV (palinsesti, e non ho il satellite)
kice (dating)
Marco Berri (essere umano)
una Chain dall’Ohio (essere umano)
moviescketch (filmati comici)
Daniele Virgili (essere umano)
leepz (non si capisce, è in giapponese)
altomic (sito di videodiscussioni?)

Il presente post per ringraziare di cuore le tre persone di cui sopra. Ma anche per dire che ho l’impressione che la situazione stia sfuggendo di mano.

Davvero non ho interesse ad essere seguito da aziende anonime che seguono altri quattromila twitter a caso. Anzi, a dirla tutta, la cosa mi genera una certa inquietudine.

Che faccio? Proteggo gli updates? Chiudo l’account? Non saprei.