Una ventina d’anni fa succedevano due cose:
- i blog erano l’unico mezzo per esprimersi pubblicamente sul web
- Google privilegiava i blog nei risultati delle ricerche
Da qui la notorietà fortuita e temporanea di un gruppetto di persone che altrimenti non sarebbero mai arrivate alla ribalta.
Erano belle persone: intelligenti, acute, divertenti e appassionate. Dicevano cose interessanti, allargavano il ventaglio del possibile, guardavano al futuro con curiosità.
Il panorama oggi è radicalmente cambiato: ci sono nuovi strumenti più facili, Google ha meso via il suo “Be no evil”, i rapporti sociali sono stati mercificati, e più in generale oggi da internet bisogna difendersi.
Non seguo più i blog come un tempo, ma continuo, con altri mezzi, a seguire le stesse persone; e ne seguo di nuove, e continuo ad arricchirmi della loro amicizia e della loro visione del mondo.
I blog sono morti e sepolti, ma non si è chiuso un ciclo, non sono finite le speranze, e non abbiamo perso perché non stavamo gareggiando con nessuno.