Fake News lo dici a tua sorella

Definizione di notizia:

“una informazione che ho bisogno di sapere e che nessuno mi ha ancora detto”

Se questo è il metro, quasi tutto quel che passa per i canali tradizionali è “fake news”. Ma il termine viene usato oggi per enfatizzare il pericolo legato alla proliferazione delle fonti di informazione, dove non esiste più la voce autorevole di riferimento e ogni notizia ha la stessa potenziale visibilità indipendentemente dalla fonte.

Esiste davvero questo pericolo?

Ogni nuova tecnologia comporta dei rischi, e viene adottata dalla società quando i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi. Dal momento in cui viene adottata da tutti al momento in cui la società prende consapevolezza dei rischi e adotta misure per ridurli,  passano  di solito parecchie decine di anni: pensa per esempio all’elettricità e ai salvavita, pensa alle automobili e alle cinture, all’airbag, all’ABS, alla guida autonoma. E puoi già vedere l’avvicinarsi di un futuro in cui non dovrai più insegnare ai tuoi figli, come prima cosa, a non scendere dal marciapiede.

Allo stesso modo il web è stato adottato dalla maggioranza della popolazione mondiale perché offre innumerevoli e irresistibili vantaggi rispetto al passato: primo fra tutti la violenta accelerazione della velocità di diffusione delle informazioni, e la moltiplicazione infinita delle fonti.

Penso che nessuno onestamente possa dire che si stava meglio quando avevamo un solo canale televisivo e un solo telegiornale. Il filtro alla fonte (all’unica fonte) certificava l’attendibilità dell’informazione, senza  nessuna possibilità di controllo o replica da parte dei consumatori. Le false notizie non erano smascherabili, oppure venivano smascherate dopo mesi o anni.

La colpa è del modello economico

Ma specialmente adesso con la crisi dell’editoria, c’è il bisogno urgente di richiamare sempre più lettori (che invece calano inesorabilmente) per venderli alla pubblicità; e le notizie gonfiate, distorte o inventate di sana pianta, il solleticamento degli istinti più bassi, non sono più una eccezione alla regola ma sono una necessità di sopravvivenza.

Io ti propongo che le fake news sono sempre esistite e che oggi sono in sensibile aumento perché sono premiate dal modello economico informazione in cambio di pubblicità; ed è vero che oggi a causa di internet si diffondono molto più velocemente di prima, ma è anche vero che grazie a internet è molto più facile e più veloce scoprirle, a volte nel giro di pochi minuti.

Che fare?

Se su internet  non esiste più il filtro alla fonte, e se non vuoi rimanere in balia dell’algoritmo, devi per forza imparare a usare il filtro a posteriori: devi chiederti sempre davanti a ogni notizia perché mi arriva, da che fonte, con quale scopo. Si tratta di un lavoro necessario ma duro e noioso, e per fortuna si cominciano a sviluppare strumenti che lo rendono automatico e che possono concorrere, se adottati su larga scala, a mitigare il problema.

E poi ovviamente l’educazione. Conosco una signora che da sempre ripete al figlio (ormai cinquantenne) “non andare nei pericoli”. Ecco, bisogna insegnare ai nostri figli ad attraversare questa nuova strada.

The societal purpose of the media

“…a propaganda model suggests that the societal purpose of the media is to inculcate and defend the economic, social and political agenda of privileged groups that dominate the domestic society and the state. The media serve this purpose in many ways: through selection of topics, distribution of concerns, framing of issues, filtering of information, emphasis and tone, and by keeping debate within the bounds of acceptable premises.”

Noam Chomsky, Manufacturing consent

Relitti di un passato lontano che ancora ci perseguitano

Riflettevo che conviviamo, chi più chi meno, con dei relitti del passato che ci sembrano normali solo perché li vediamo tutti i giorni, e perché fanno tutti così. Ma se ti fermi un attimo a pensarci, sono anacronismi ridicoli, e davvero sarebbe ora di smettere. Per esempio:

Il telefono fisso

Per parlare remotamente con una persona devi memorizzare un numero (un numero!) di almeno sette cifre casuali, e prima di comporre il numero non hai modo di sapere se il chiamato è vicino all’apparecchio, se è occupato o se è disponibile.

Il cloud

  • Perché metti i tuoi dati sul computer non tuo?  Perché il tuo non è disponibile.
  • Perché non è disponibile? Perché non hai ancora la fibra simmetrica e IPv6.
  • Perché non hai la fibra simmetrica e IPv6? Perché le telco preferiscono così.

Giornali di carta e telegiornali

Un gruppo di persone a te sconosciute si riunisce tutte le mattine per decidere quali sono le notizie del giorno prima che interessano proprio a te, per poi pubblicarle il giorno dopo. Tu nel frattempo ti sei già arrangiato da solo.

I banner pubblicitari su internet

Ditte pagano affinché il proprio marchio sia totalmente ignorato dagli esseri umani che visitano inutili pagine web, e sia invece cliccatissimo da appositi bot.

Le frontiere

Tutto il mondo è interconnesso, e un battito d’ali in Grecia provoca temporali in Germania. Le frontiere si illudono di poter fermare i temporali, ma sono molti anni che non fermano il denaro.

Dei Commenti e delle pene

Su internet ci sono miliardi di pagine che non potrai mai vedere: non ne hai il tempo, ma neanche la voglia. La tua esperienza di internet è per forza molto parziale e soggettiva, e puoi senz’altro dire che esistono tante internet quante sono i suoi utenti.

Allo stesso modo il tuo orecchio seleziona, nel brusio della folla, le voci delle persone a cui hai scelto di stare vicino, e non c’è bisogno di imporre a tutti il silenzio; e se qualcuno parla a voce troppo alta, fai prima e meglio a spostarti di qualche metro che non ad andare a dargli del cretino.

Questa cosa si chiama “filtro a posteriori” e fa parte del bello di internet: tutti possono dire tutto, ma le idee per te poco belle vengono rapidamente scartate a favore di quelle interessanti.

Il punto quindi non è chiedersi se su internet ci sia violenza, la risposta ovviamente è “Certamente, dato che c’è di tutto!”. La domanda importante è “C’è violenza nella mia internet? E cosa posso fare per ridurla?”.

Per mia esperienza, la violenza su internet è figlia delle folle, e in particolare delle folle che non sono comunità. I siti che attirano un gran numero di persone che non si conoscono tra di loro, quando aprono i commenti, scatenano le più basse pulsioni della gente normale e attirano le persone più disturbate. Il problema di fondo è che questi siti guadagnano dalla grande quantità di utenti e non hanno nessun incentivo a moderare.

Allora il mio consiglio per evitare la violenza su internet è questo: evita le folle. Evita i commenti non moderati. Evita di dare l’amicizia a 5000 sconosciuti su facebook o su Twitter. Vivrai molto meglio.

Aggiornamento:
I commenti sono su facebook

di mestiere faccio il target – diapositive 21-22

Diapositiva21

Diapositiva22

Ovvero: il tracker nelle mutande

Capito molto raramente sul sito del Corriere della Sera, per cui sono rimasto abbastanza stupito di come la homepage sia talmente inondata di pubblicità da contenere solo un titolo e pochissimo altro. Trovo anche fantastico che nello spazio tra il menu e il primo titolo compaia non la pubblicità di un prodotto finanziario, ma le diciture di legge riferite al prodotto finanziario che non appare. La stessa pagina vista con AdBlock risulta molto più pulita, leggibile e informativa.

Added bonus: il plugin DoNotTrackMe mi ha bloccato i siti di tracking a cui il Corriere fornisce i dettagli del mio comportamento sul loro sito:

Accetteresti che entrando in un negozio ti venisse infilato un trasmettitore nelle mutande per monitorare il tuo percorso, cosa hai visto, cosa hai toccato, eccetera? Sarebbe sufficiente la promessa di una migliore esperienza di acquisto la prossima volta?

L’unico scenario in cui io potrei cominciare a discuterne è se questi dati venissero forniti prima di tutto a me, e permettessero a me di migliorare la mia esperienza secondo i miei criteri. Altrimenti, la più ciccia delle rosine.