Leggo sul quotidiano locale dell’introduzione di internet nel Liceo Classico Alessandro Volta (ove il mio corpo fanciulletto etc.) sotto forma di rete wireless e tablet. Bene, bravi!. Contemporaneamente, il dirigente Luigi Villa emana subito una circolare secondo la quale:
- è vietato l’accesso a Facebook
- è vietato l’accesso a Twitter
- è vietato l’accesso alla propria posta elettronica
- è vietato ai docenti di rendere pubbliche le password WiFi
- è vietato lo scaricamento di alcunché
Male, malissimo! Vietare è certo la scelta più facile e meno rischiosa, ma non sarebbe stato meglio educare? Mi vengono in mente decine di modi intelligenti di utilizzare i Social Network in classe in aula, e ne parla oggi anche l’Huffington Post:
Teachers that resist using social media in the classroom are stripping their students of an essential component of their future success. Avoiding — or worse, banning — social media platforms for students prohibits them from being successful professionals in fields like accounting, chemistry, the arts and more
Why so declarative? Because social media (Facebook, Twitter, YouTube and blogs) have become the fabric of how the world communicates. Yes, traditional methods of connecting and collaborating still exist — you can still pick up the phone or write a letter — but you can also route messages or share ideas with clients, colleagues, vendors and others using collaboration platforms, social networks, wikis and more.
Bonus link, perché non sono certo che la dirigenza del Liceo Classico Alessandro Volta di Como sappia fare le ricerchesu internet: