#ijf11: sulla sopravvivenza della carta

Il 13 a Perugia ho assistito a un panel su copyright e Creative Commons durante il quale si è discusso molto a lungo della necessità di nuove regole. Non sono riuscito a trattenermi e ho dovuto chiedere come pensavano di riuscire a imporre nuove regole, mentre quelle attuali vengono totalmente disattese dalla totalità degli utenti di internet.

Mi ha dato una buona risposta Giovanni Boccia Artieri citando il caso di Amanda Hocking, scrittrice di successo che si è affermata regalando i suoi libri su internet in formato elettronico.

E in effetti, nonostante io possegga un Kindle da un anno e ne sia totalmente soddisfatto, questa settimana ho comprato ben tre libri di carta; ma tutti di autori che leggo quotidianamente sul web aggratis: De Biase, Sofri e Makkox. Insomma, mi sembra che il business model ci sia, e che possa funzionare.

Aggiornamento

Nei commenti Giovanni Boccia Artieri precisa e corregge una mia imprecisione:

Regalato erano i WuMIng dopo il periodo delle prime vendite, Amanda Hocking ha sempre venduto: ma solo online, costruendo però un rapporto forte e diretto con i propri lettori … e comunque, sì, i modelli cominciano ad esserci a mio parere 🙂

6 risposte a “#ijf11: sulla sopravvivenza della carta”

  1. Regalato erano i WuMIng dopo il periodo delle prime vendite, Amanda Hocking ha sempre venduto: ma solo online, costruendo però un rapporto forte e diretto con i propri lettori … e comunque, sì, i modelli cominciano ad esserci a mio parere 🙂

  2. Giovanni, grazie della correzione. Durante quel panel ti ho visto alzare gli occhi al cielo molte volte 🙂

  3. La carta scomparirà, si consuma energia e s’inquina per produrla. E’ inevitabile. Occorre investire molto sulla tecnologia dei backup, un po’ la stessa cosa che accompagnò il problema dei libri copiati a mano prima dell’invenzione della stampa.
    Prima ancora dei libri (che assolvono il compito di tenere la registrazione delle idee), occorre eliminare la carta per tutta quelle serie di operazioni la cui memoria è inutile conservare per più del tempo necessario al loro compimento (modulistica, ecc ecc). Basta con la firma emanuense, oggi ci sono altri sistemi per l’identificazione.

  4. Stefano, storicamente le tecnologie nuove sostituiscono e rendono obsolete quelle vecchie, ma non le eliminano. Di solito le vecchie tecnologie trovano una nicchia e ci sopravvivono (più o meno bene, è ovvio 🙂
    E’ stato così per le carrozze, per l’arco, per l’orologio meccanico; credo sarà così anche per la carta.

  5. non credo che la carta scomparirà. neanche che diventerà un vezzo romantico. credo che il materiale sarà sostituito da altro.
    la scrittura/stampa carta ha qualcosa di assolutamente definitivo nella percezione che è impossibile sostituire. è una cosa che ha a che fare con l’istinto limbico del possesso. la carta non scomparirà MAI.
    facile mostrare tanta sicurezza in un commento in un blog, dirai, ma sarei disposto a mettere nero su bianco quanto affermato qui?
    un attimo. ci penso. : )

  6. Makkox, “istinto limbico del possesso” mi piace, mi ricorda il mio atteggiamento nei confronti del MIO! Kindle 🙂

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