L’ossessione dei soldi

Non sono un economista o un giornalista economico. Avevo cinque minuti liberi, ho fatto una pivot in Excel partendo da dati disponibili in rete. Suppongo siano numeri rappresentativi, ma non saprei dire quanto. E soprattutto: ignoro quale sia l’andamento delle singole voci nel corso degli anni; e la dinamica della spesa pubblica mi sembra altrettanto importante della sua composizione (ok, la dinamica è inevitabilmente al rialzo, ma di quanto esattamente).

E quindi ti chiedo: ne sai qualcosa, un riferimento, un libro, un articolo? Perché io in rete ho trovato poco o nulla.

E anche ti chiedo: non dovrebbero questi numeri essere sulla bocca di tutti, ossessivamente? Sulle prime pagine di tutti i giornali? Non dovrebbe essere questa l’unica domanda da fare a un uomo politico, cosa stai facendo e cosa vuoi fare dei miei soldi?

Perché se fosse questa la mia situazione economica, in famiglia non si parlerebbe d’altro, e la dieta fissa sarebbe pane e odore per tutti.

Aggiornamento:

Nicola Mattina gentilmente mi segnala che nel sito della Ragioneria di Stato sono disponibili i riassunti con relativo grafico, con anche l’andamento della previsione di spesa nei tre anni: bravi i ragionieri! A questo punto aspetto i dati consuntivi.

9 risposte a “L’ossessione dei soldi”

  1. Gaspar, senti. Plaudo alla voglia di giocare con i dati, come sai. Ma c’è una cosa che non mi torna nella tua tabella, ed è la voce “debito pubblico”. Le altre voci sono costi, o trasferimenti agli enti locali. Il debito non è un costo, ma un saldo finanziario. Per esempio, se tu hai fatto un mutuo casa di 100.000 euro e spendi 1000 euro all’anno di telefono, non è che fai una tabella con “mutuo casa, 99%” e “telefono, 1%”. Tutt’al più puoi confrontare i tuoi costi di telefono con la rata del mutuo. Ma il servizio del debito pubblico in Italia (la spesa per interessi sul debito pubblico) non è quattro volte la spesa sanitaria. Quindi secondo me quella tabella lì è un po’ sospetta. Adesso magari provo a spulciare il sito della Ragioneria generale per vedere se trovo una guida alla lettura dei dati, ma intanto te lo volevo dire. Tu stesso, che sai esattamente dove li hai presi, puoi fare questo controllo più in fretta di me.

  2. Alberto, infatti non è il totale del debito pubblico italiano, ma il costo annuale del debito, diviso in rimborsi del debito (circa 530 miliardi) e oneri per il servizio del debito (220 miliardi).
    Ma hai ragione, l’etichetta originale è fuorviante, l’ho modificata per renderla più chiara. Ti ringrazio dell’osservazione.

  3. Capito, Gaspar. Però anche così non funziona, perché lo stato (a differenza di te con il mutuo) non sta cercando di rimborsare il debito pubblico. A fronte dei 530 miliardi di rimborsi ci saranno più o meno altri 530 miliardi di nuove emissioni di titoli di Stato. Il vero costo è “solo” il servizio del debito, cioè i 220. Io troverei più corretto costruire la tabella con un denominatore diminuito di 500 miliardi, e ti ritrovi i costi dell’amministrazione centrale italiana. Le percentuali però cambiano parecchio, nel senso che tutte crescono di molto.

    Però, vedi? Questa è una bella discussione, in cui tu e io – insieme ai i tuoi lettori – stiamo prendendo confidenza con dei dati pubblici. Siamo cresciuti di livello quando si parla di queste cose. È per questo che mi piace tanto, ‘sta roba degli open data.

  4. Interessante questa curiosità circa gli aspetti produttivi virtuali (nei due sensi di virtù/realtà simulata) dei soldi!

    Vuoi veramente comprendere come funziona il giochino?

    Vuoi veramente sapere perchè i “tuoi soldi” non sono proprio “tuoi”?

    Forse questo incredibile testo (visto che è datato settembre 2010 :-)) può essere utile alla tua ricerca?

    http://www.paolobarnard.info/docs/Il_Piu_Grande_Crimine.pdf

    Saluti
    JT

  5. Aggiornamento al mio commento precedente:

    chiedo venia, il testo citato di Barnard non è la risposta più mirata…

I commenti sono chiusi.