Questa è una notizia a pagamento

E infatti per leggerla stai pagando con moneta preziosa: mi stai dando attenzione. Ti ringrazio, ma non è questo che volevo dirti.

Nel magico mondo delle notizie su carta, la discussione sui pagamenti è fondamentalmente questa:

“Ho una cosa da venderti, quindi bisogna che trovi il modo di farmi pagare”.

Ovviamente, non porterà da nessuna parte fino a quando non diventerà questa:

“Ho una cosa che ti interessa, se mi paghi te la dico”.

5 risposte a “Questa è una notizia a pagamento”

  1. Basta che non risulti un po' come le locandine di PTWG per vendere giornali.

    Secondo me funzionerà meglio il modello: "Ho una cosa che ti interessa, se contribuisci alle mie spese potrò continuare a darti cose che ti interessano".

  2. La riformulerei in:

    Guarda qui: interessante, vero? Leggere il resto ti costerà solo $quisquilia.

    nda

  3. Una volta che si parte da "ho una cosa che ti interessa", mille soluzioni diventano possibili.

  4. e perchè non potrebbe essere: "ehi mi piace il tuo sito, voglio abbonarmi"

    Il "se mi paghi te lo dico" non mi piace…

  5. Paradosso di Arrow: i mercati dell'informazione sono inefficienti perché per esprimere domanda per un'informazione dovrei valutarne il valore, e per valutarne il valore dovrei conoscerla. Ma se la conosco non mi serve comprarla.

    Siamo ancora a quel punto lì.

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