Segnalo un gran bel post di Luca de Biase sul giornalismo sostenibile, che mi conferma una idea che ho da tempo: il giornalismo, come lo definisce lui, non è mai stato messo in pericolo da internet, anzi risorge e trova nuova linfa dalla liberazione dal giogo della carta e della TV.
Dice Luca:
“…ciò che è davvero il giornalismo: un lavoro artigiano, fondamentalmente di ricerca, dotato di un metodo di lavoro orientato alla raccolta e alla verifica dei fatti, con una linea interpretativa esplicita“
Sono ottimista: morirà l’ordine dei giornalisti, moriranno gli editori, moriranno giornali televisioni e pubblicità, ma credo che questo lavoro artigiano non morirà mai.
e stamattina su radio deejay ho sentito una pubblicità fatta dall'associazione internazionale della pubblicità che pubblicizzava quant'è bella la pubblicità, perché ti fa conoscere i prodotti.
son propio alla frutta? 😀
in effetti, che la pubblicità pubblicizzi se stessa, è significativo 😀
Gaspar nella tua visione senza carta e tv e soprattutto senza editori di cosa vive un giornalista?
bob
Bob: bella domanda! Il post di Luca prospetta alcune possibilità di giornalismo sostenibile. Alternative ai massmedia? Complementari? Chi può dirlo.
In ogni caso, non mi sembra lontano il momento in cui un buon giornalista potrà essere editore di se stesso.
Appunto, in realtà non c'é nulla di nuovo, giornali gestiti da cooperative di giornalisti sono sempre esistiti e l'editore non viene a mancare, l'editore é la cooperativa.
Bob, se vogliamo, non c'è MAI niente di nuovo, da qualche migliaio di anni 🙂
A proposito, potresti anche dire che quando un giornalista blogga da solo, l'editore è il suo pubblico.
moriranno anche i blogger..
…e moriremo tutti.