Il giornalismo sul web non è sostenibile?

Ultimamente ho sviluppato una certa insofferenza alle affermazioni di principio non supportate dai numeri. L’analisi quantitativa è noiosa, ok, ma è importante! Se manca, si parla del nulla.

Domani pomeriggio al WordCamp Paolo Valenti mi ha invitato a partecipare a una tavola rotonda su “Media tradizionali, nuovi media, confronto tra blogger e giornalisti sul futuro dell’informazione e della disinformazione nell’epoca della web reputation”.

Allora, a proposito della sostenibilità del giornalismo sul web, che tutti dicono non esserci ma che alcuni siti di informazione hanno raggiunto, sono andato a cercare qualche numero in rete. Non ne ho trovati molti, e quelli che ho trovato, spulciando bilanci, sono dubbiosi. Li pubblico lo stesso perché danno almeno una grossolana indicazione degli ordini di grandezza in campo, e soprattutto perché spero che tu, che conosci i numeri giusti, sia tanto gentile da volermi correggere nei commenti.

La prima tabella paragona il numero di visitatori di un sito informativo con il numero totale di addetti della testata (soprattutto qui aspetto tue notizie!):

La tabella (la fonte è WolframAlpha) mi pare interessante perché il numero di visitatori sembra abbastanza direttamente proporzionale agli introiti pubblicitari, e quindi al numero e alla consistenza degli stipendi pagabili. E’ chiaro che i giornali italiani, con la loro attuale struttura organizzativa, non sono assolutamente in grado di sopravvivere in uno scenario solo web, mentre BoingBoing, con cinque persone da stipendiare, ci campa splendidamente. Per riferimento ho aggiunto anche i dati di google, il sito più visitato al mondo.

La seconda tabella riporta i dipendenti per categoria del sole24Ore. Mi sarebbe molto piaciuto avere gli stessi dati per le altre testate, ma non sono stato capace di trovarli in rete (suggerimenti?):

Salta all’occhio che il lavoro di un giornalista deve coprire, oltre al proprio stipendio, un quarto dello stipendio di un dirigente e gli stipendi di due impiegati e mezzo. Sembra quel famoso “otto con” composto da un vogatore e otto capivoga. Ma se anche la struttura effettiva fosse la metà, siamo ancora lontanissimi da un Huffington Post o da un Drudge Report, per dire.

In conclusione, e aspettando le tue correzioni, mi dichiaro totalmente ottimista riguardo al futuro dei giornalisti e del giornalismo in generale, e totalmente pessimista riguardo al futuro dei giornali.

Aggiornamento:
Un interessante dibattito in merito alla prima tabella si svolge su friendfeed

13 risposte a “Il giornalismo sul web non è sostenibile?”

  1. Non ho notizie riguardi i dati dei dipendenti ma il tuo post Gaspar è molto interessante. Magari scateniamo qualche prova di “trasparenza” 😛

  2. Condivido assoluamente la premessa “L’analisi quantitativa è noiosa, ok, ma è importante! Se manca, si parla del nulla.”. Il tentativo di dare i numeri – nel senso postivo – è encomiabile ed andrebbe, andrà approfondito. Il “sottoprodotto” del tuo lavoro fa emergere come al di là degli aspetti relativi alla comunicazione nelle imprese editoriali vi siano gli stessi problemi che in altre tipologie industriali: organizzazione del lavoro, comunicazione interna……..etc.
    Segmenterei ed amplierei il discorso.
    Un abbraccio

  3. Gaspar, ottima e *concreta* analisi come al solito.

    Solo un’aggiunta: per avere lavorato (e lavorare ancora) in grandi aziende italiane negli ultimi dieci-quindici anni, ti assicuro che le “bocche da sfamare” sono molto di più. Dal tuo calcolo mancano — ovviamente — i consulenti esterni, che sono sempre legioni e spesso reggono la baracca dato che il know-how è sempre più spesso esternalizzato.

    Calcolando i consulenti, la prospettiva per le testate italiane risulta ancora peggiore.

  4. Come già segnalato su ff, il numero dei dipendenti è errato (per lo meno nei casi che conosco direttamente). O meglio, c’è chi ha almeno il 90% di collaboratori esterni per cui il numero di ‘dipendenti’ è quantomai vago…

  5. Max, se ci sono casi che conosci direttamente, saresti così gentile da specificare nomi e numeri? Grazie.

  6. Ciao Gaspar, esercizio divertente, ma fallace, a partire dalla conclusione, che, seguendo il tuo ragionamento (dovresti togliere Google per mettere GoogleNews, per dirne una; se un nazionale ha 20 redattori è perché altri 400 trovano le notizie etc) dovrebbe concludersi con un ben diverso: le news hanno un futuro, i giornali non è scontato che lo abbiano

  7. 1700 dipendenti per il sole24ore mi sembrano tantini. Siamo sicuri?

    Inoltre nell’analisi, visto che confronti giornali italiani e stranieri, si dovrebbe considerare che molti (tutti?) giornali italiani sopravvivono soprattutto grazie al finanziamento pubblico. Se gli leviamo quello quanti si salvano?

  8. Probabilmente la questione di consulenti e collaboratori influisce sul discorso, ma rinforzando la tesi di Gaspar. Ossia, la struttura organizzativa pesa tanto, di un peso non sostenibile quando esiste una diversa forma di organizzazione/ distribuzione leggera, internet.

    Credo che il punto si possa estendere a molte forme produttive dove il costo della struttura – una volta efficiente – oggi semplicemente non lo e’ piu’. Se oltre al lato dei costi si aggiunge crisi dal lato entrate, goodbye newspaper..!

    Giudizio finale? Complessivamente, visti gli esempi innumerevoli di servilismo e mediocrita’ dell’informazione che conosco, non e’ che mi rattristi piu’ di tanto questa ‘distruzione creativa’…

  9. I dati dei quotidiani italiani sono TOTALMENTE privi di senso. Forse (forse) sono i dati dell’editoriale che pubblica ANCHE quel sito. Ma le persone, non solo giornalisti (sopratutto non giornalisti), che lavorano sui sito sono nell’ordine di un decimo, anche meno, del totale.

    Il paragone con siti americani poi ha ancora meno senso, non solo per l’errore di base sul numero dei dipendenti, ma anche perché non ha senso paragonare un sito che grazie alla lingua si rivolge a un pubblico planetario a uno che si rivolge al massimo a 60M di persone…

  10. Il gruppo Sole24Ore dichiara al 13/05/2009 circa 2000 dipendenti di cui oltre 470 giornalisti su 140 testate giornalistiche.

    http://www.gruppo24ore.ilsole24ore.com/Public/IT/001_Header/010_Chi_Siamo/010_Chi_Siamo_1_1_0_0_0.htm

    Hanno chiuso il 2008 con 573 milioni di euro di ricavi, margine operativo ridotto del 25% ed utile di 16,1 milioni di euro (-40%) rispetto al 2007.

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/04/sole-24-ore-assemblea-dividendo.shtml?uuid=8e41330a-340c-11de-a78b-d6a7e2afd043&DocRulesView=Libero

  11. Ti chiedo gentilmente, se commentato o commenterai questo post per dire che i miei numeri sono sbagliati, di povare ad essere costruttivo:

    METTI I TUOI NUMERI CORRETTI!

    Grazie.

    In particolare, mi interessa sapere il numero totale di dipendenti a libro paga delle maggiori testate italiane, possibilmente suddivisi per ruolo.

    Il paragone con le testate online negli Stati Uniti e in Italia è stato fatto (chiarisco perché molti non hanno capito perché mescolo le pere con le mele) per cercare di capire quale può essere un rapporto sosteniblie tra lettori e dipendenti in uno scenario “solo online”.

  12. I giornalisti dedicati all'online presso il Sole 24 Ore non superano la 20ina. Gli altri operano solo sulla carta. Certo che con le statistiche siete forti, devo dire.
    Filippo.

  13. Amico dei cavalli, quale parte di "numero totale di addetti" non ti è chiara?
    😉

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