Oggi Vittorio Zambardino denuncia facebook al Garante della privacy, a seguito della improvvisa e immotivata cancellazione del suo account. Quote of note:
Non ci sono servizi gratuiti – C’è chi argomenta dicendo che la gratuità del servizio “sospenda” ogni diritto agli utenti. Di solito si tratta delle stesse persone che si inviperiscono contro i giornali on line se solo gli si chiede di lasciare un mail per inserire un commento sotto un articolo.
A parte che dovremmo riflettere se per caso non stiamo avallando, con un click messo distrattamente sotto scassati “terms of service”, una morte lenta di ogni garanzia, vorrei dire con tutte le mie forze: vi sbagliate!
Io-utente pago Facebook e qualsiasi servizio “gratuito”: con i miei dati, il mio tempo, i miei contenuti. E lo pago con l’uso che ne faccio, perché contribuisco a migliorarlo e perfezionarlo. E’ questo il patto su cui regge l’economia digitale.
Sono molto d’accordo con Zambardino. Oggi l’utente non è tutelato, e invece dovrebbe esserlo. Signor Garante, vogliamo darci da fare?
FB ha chiuso altri account di gente conosciuta senza motivo, e senza motivazione, forse qualcuno ha riportato il sito come inappropriato (dicevo, l’invidia). Ma se fosse così FB dovrebbe controllare.
Non sono sicura che FB abbia il dovere di informarti però. Noi utenrti non paghiamo, sono loro che vendono la pubblicità e si ripagano.
Infatti Enrica, il punto è proprio che l’utente ha tutti i doveri che facebook ritiene di affibbiargli, e nessun diritto; mentre facebook si arroga tutti i diritti che vuole, senza nessun dovere.
E’ la classica situazione di sbilanciamento che necessita di regolamentazione da parte dello Stato, e l’Habeas Data mi sembra il minimo necessario, IMHO.
Tanto per capire, che ho già cantonato oggi, se FB avesse motivato la chiusura tutto sarebbe ok?
Stefano, mi pare che una procedura corretta dovrebbe essere
1) avvisare preventivamente;
2) motivare dettagliatamente;
3) dare la possibilità di rimediare (togliendo ad esempio una foto incriminata) senza arrivare alla sospensione;
4) in caso di chiusura dell’account, mettere a disposizione del proprietario il materiale pubblicato.
Che ti sembra, può andare?
Andrebbe benissimo ma si tratta del solito “mondo che vorrei”.
Tale procedura dovrebbe per forza essere gestita da una persona il che non sarà mai sostenibile per il volume di contenuti pubblicati quotidianamente su FB.
Magari una mail automatica di avviso con sospensione temporanea dell’account nel caso un bot lo ritenesse colpevole di qualcosa potrebbe essere un passo avanti.
Ad ogni modo credo che il compromesso si trovi tra l’equilibrio della gestione più corretta possibile della piattaforma e la sua sostenibilità economica.
Finchè la massa riterrà il compromesso accettabile FB continuerà ad esistere…
Buona idea! Una mail automatica di preavviso non sarebbe male, non comporterebbe costi e darebbe modo di rimuovere il contenuto problematico.
Però (maledetto liberista! 🙂 il criterio “accettabile dalla massa” non è un buon criterio per decidere cosa può continuare a esistere indisturbato e cosa deve essere regolato, ti pare? Altrimenti il lavoro nero e la moto senza casco sarebbero legali (sempre IMHO).
c’è un problema: nessuno ti costringe ad aprire un account su FB. E’ una libera scelta… sta poi a fb comportarsi ammodo. Ma non credo possa essere obbligata, se non da una “diserzione” in massa…
Quindi siccome all’Ikea ti tengono il bambino gratis, nella gabbiona con le palle di plastica a giocare, se quando torni l’hanno perso, tu devi sorridere e allontanarti? – secondo il brillante esempio che gira su ff.
Giuseppe: infatti! Il paragone è molto azzeccato. Anche un rapporto gratuito impone dei doveri.