Salgo sulla lurida carrozza di prima classe e mi siedo di fronte a un distinto signore che legge il Corriere. Aspettando che il treno parta, tiro fuori il PC e controllo la posta. Il distinto signore abbassa il giornale e mi chiede gentilmente:
– Mi scusi, siamo a Milano, vero?
Non credo di aver capito la domanda. Alzo gli occhi dal PC e lo guardo interdetto per un attimo, prima di rispondere:
– Eee… certo, questo è il treno per Como.
– Ma, mi scusi, che c’entra? Adesso siamo a Milano, vero? Perchè io vorrei rimanere a Milano.
Penso: forse è straniero, forse è matto. Cerco di essere chiaro:
– Lei è a Milano, certo, ma si trova sul treno che tra due minuti parte per Como, dove arriverà quasi certamente in cinquanta minuti. A meno che lei non scenda dal treno adesso. Capisce?
– Questo lo dice lei, mi scusi. L’importante è che sono a Milano.
Rimango ammutolito da tanta stupidità. Comincio a pensare che mi stia prendendo in giro: decido di ignorarlo e di tornare alla mia posta. Il treno parte, e il distinto signore non è sceso. Alla prima fermata, Milano Domodossola, abbassa di nuovo il giornale e con un sorrisetto di sfida mi dice:
– Ha visto? siamo sempre a Milano.
Mi sta prendendo in giro. Faccio finta di niente e non alzo gli occhi dal PC. Ma alla stazione seguente, Milano Bovisa, mi accorgo che mi fissa ancora. La sua aria di compatimento mi manda definitivamente in bestia. Per fortuna, prima di sbottare mi sveglio.
Ha detto “mi consenta”?
🙂