“Lo acclamano come il nuovo Mozart perché è spettinato e ride sempre”
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Uto Ughi commenta desolato il concerto di Allevi al Senato. Quote of note:
Che cosa più la infastidisce di Allevi: la sua musica, le sue parole?«Le composizioni sono musicalmente risibili e questa modestia di risultati viene accompagnata da dichiarazioni che esaltano la presunta originalità dell’interprete. Se cita dei grandi pianisti del passato, lo fa per rimarcare che a differenza di loro lui è “anche” un compositore. Così offende le interpretazioni davvero grandi: lui è un nano in confronto a Horowitz, a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno e a Mina. Questo deve essere chiaro».
Come definire la sua musica? «Un collage furbescamente messo insieme. Nulla di nuovo. Il suo successo è una conseguenza del trionfo del relativismo: la scienza del nulla, come ha scritto Claudio Magris. Ma non bisogna stancarsi di ricordare che Beethoven non è Zucchero e Zucchero non è Beethoven. Ma Zucchero ha una personalità molto più riconoscibile di quella di Allevi».
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Nei commenti di Marco Traferri c’è l’opinione definitiva, che condivido in pieno. Quote of note:
“Quel tipo di musica, che non può essere assolutamente definita né classica né contemporanea, la sentiamo ogni giorno nelle pubblicità, nelle colonne sonore (specialmente nei film con le musiche di Johnn Williams), nei documentari, nei commenti musicali che accompagnano i reportage televisivi. E’ qui il punto. Bach lo riconosci tra Vivaldi e Corelli, così Mozart da Haydn e Beethoven da Schubert. Ma Allevi tra Einaudi e altri ancora, si stanno rincorrendo confondendo gli ascoltatori. Io ho comprato l’album Joy, e lo ascolto soprattutto mentre mi faccio la barba: al 3° brano sono già stufo, non sento più l’innovazione da tutti conclamata”.