Se ci pensi, il fatto che solo il 19,4% della popolazione mondiale sia online e, ancora di più, che solo l’1,2% della popolazione mondiale utilizzi siti di Social Networking, deve far riflettere.
E’ facile farsi prendere dall’entusiasmo, è facile convincersi che “stiamo cambiando il mondo”, ma la realtà è che il mondo gira in modo totalmente diverso, e che noi cittadini digitali abitiamo quello che, agli occhi della stragrande maggioranza dell’umanità, viene percepito come un remoto paradiso artificiale, caratterizzato principalmente dalla sua mancanza di massa critica e dalla sua incapacità di incidere concretamente sulla vita reale.
Eppure.
Ti avevo già raccontato che nel giugno del 1747 Johann Sebastian Bach divenne il quattordicesimo membro della Società della Scienza Musicale, una
“società di corrispondenza che mirava a promuovere i contatti tra i suoi membri spedendo a ognuno di essi due volte l’anno, a Pasqua e a San Michele, una circolare musicale contentente notizie, saggi e lavori pratici e teorici composti o scelti dai suoi iscritti” [Christoph Wolff, J.S.Bach].
La Società contava tra i suoi membri G.P. Telemann, F. Haendel e alla fine anche Leopold Mozart.
L’esigenza di allargare i propri orizzonti oltre al mondo fisico non deve essere così nuova, se anche Bach aveva la sua mailing list! Direi anzi che si tratta di un bisogno primario, che noi cittadini digitali possiamo soddisfare con una pienezza mai sperimentata prima. Perchè alla fine il web a me sembra proprio questo: un acceleratore della velocità di circolazione delle idee.
Ma nel godere dei suoi molteplici benefici, voglio ricordarmi sempre di essere uno dei pochi privilegiati.