“Qual’è la logica?” si chiede Roberto Dadda. “C’è bisogno di una logica?” mi chiedo io, e mi rispondo “No”.
Siamo su internet, quindi non ci sono problemi di spazio, non ci sono problemi di budget, l’unico ingrediente veramente necessario è la voglia di sperimentare, che credo non manchi a Luca de Biase, a Paolo Valdemarin e a tutte le persone coinvolte.
D’altra parte, si registra una precisa tendenza nei rapporti tra informazione e blogosfera, quella che Doc Searls chiama “la fase due”.
Nella fase uno, l’atteggiamento più comune è stato quello del “ragazzino lasciaci lavorare” detto con sufficienza, paternalismo e fastidio. Atteggiamento non generalizzato, che di giornalisti che avevano capito da subito io ne conosco tantissimissimi, ma insomma diciamo prevalente.
Il blog nel frattempo si è dimostrato capace di attirare pubblico e lettori. E quindi siamo passati alla fase due: le testate si attrezzano per ospitare blog sotto il loro ombrello di reputazione e qualità in cambio di traffico e pageview da rivendere agli inserzionisti. Ci sono qui molte scommesse, economiche e non, che sono tutte da verificare, su cui adesso non mi dilungo ma che potrebbero essere oggetto di un tuo prossimo post.
La fase tre inizierà quando questi blog si accorgeranno di non aver affatto bisogno dell’ombrello prottettivo di una testata “di prestigio”, e che anzi, quell’ombrello toglie il sole (ho fatto la battuta!), e mette più lacci che opportunità.
Nel caso specifico di Nova100, l’instaurarsi della fase tre dipende tutto dalla direzione del Sole24Ore, da come sapranno gestire eventuali conflitti, tipo: che succede se un blog della scuderia parla male della Confindustria?
Io per ora, e fino a prova contraria, sono ottimista.