Pubblicità come forma di disprezzo

Se tu come me non hai mai cliccato un banner in vita tua; se la pubblicità classica, invadente, urlata, bugiarda e ammiccante ti provoca fastidio fisico; se ti difendi attivamente dalla pubblicità su internet usando Adblock e configurando opportunamente il file hosts e facendo tutto quanto in tuo potere per evitarla:

se tu poi metti la pubblicità sul tuo blog, che messaggio stai trasmettendo?

I messaggi sono due:

  1. Io sono troppo furbo per cascarci, ma tu sei scemo e quindi clicca che ci guadagno un soldino.
  2. Tu mi interessi come merce da vendere al mio sponsor.

Disprezzo e tradimento. Non sono basi solide su cui costruire una conversazione.

A meno che:
Se ti chiami Jeff Jarvis (o Milena Gabanelli o Fabrizio Gatti, per dire, che anche in Italia abbiamo due fior di giornalisti), e se hai da dire delle cose che mi interessano tantissimo e non trovo da nessun’altra parte, e se le dici sul blog perché magari da altre parti non te le lasciano dire:

in quel caso io la tua pubblicità a malincuore la sopporto, perché mi è ben chiaro il tacito contratto che abbiamo stipulato; ma preferirei un rapporto diretto, una tip-jar dove io verso qualche soldo ogni tanto (sempre di più di quanto ti darebbe adsense) e tu mi tieni informato.