Blogroll, pagerank e freeriders

I tuoi amici organizzano una cena in cui ognuno porta qualcosa. Tu non solo ti presenti a mani vuote, ma ti riempi le tasche delle cose più buone e costose che gli altri hanno portato. Dentro di te pensi “come sono furbo”. Ma se non riesci a vergognarti tu da solo, si vergogneranno per te i tuoi amici. Ovviamente, non ti inviteranno più.

C’è una bella espressione inglese per le furbate che finiscono per danneggiare il furbo: “too clever by half”. A me pare che l’idea di spostare il proprio blogroll su una pagina diversa da quella del blog, come proponeva Andrea Beggi, rientri in questa categoria. (Andrea: non ce l’ho con te, sei sempre una mia blogstar, ma sono in totale disaccordo con quello che dici).

Lo scopo sarebbe quello di aumentare il proprio pagerank, fornendo a Google una pagina molto linkata dall’esterno ma con pochi link in uscita (e non è neanche detto che funzioni).

Ma se la pagina del blogroll è una pagina secondaria, non linkata da nessuno, con un pagerank molto più basso rispetto a quello del blog, i link in essa contenuti valgono meno per Google: quindi contribuiranno meno al pagerank dei siti linkati.

Non mi sembra bello ricevere googlejuice da tutti, e cercare di restituirne il meno possibile. E l’economia del dono?

Mi sembra ovvio poi che se tutti coloro che linkano quel blog dalla pagina principale facessero lo stesso, il pagerank del furbone crollerebbe. Quindi è una strategia che funziona solo perché quasi nessuno la adotta.

Così come sono pochi quelli che sorpassano la colonna in corsia di emergenza, o che si presentano alla cena a mani vuote. Per fortuna.