Approfitto di una breve pausa di lavoro (lavoro troppo lungo e intenso per il mio carattere, ma inevitabile) per chiarirmi rapidamente le idee sul voto di domenica. Ho sempre pensato che l’alternanza sia cosa buona, e quindi voterò a favore di un governo nuovo e diverso da quello attuale.
Il precedente governo verrà ricordato per la patente a punti e il divieto di fumo nei locali pubblici: ottime iniziative ma, diciamolo, si poteva fare molto, molto di più.
Il prossimo è la riedizione di una formula che già a suo tempo non ha funzionato, e non mi sembra di aver visto segnali forti di cambiamento. Ma si spera sempre. E poi c’è l’alternanza, appunto.
Consegno un voto ma non consegno il cervello; e non mi faccio grandi illusioni. I problemi veri sono problemi strutturali della civiltà occidentale in generale, non esiste uomo politico con la bacchetta magica che li possa risolvere.
Soprattutto, sono pronto a ridiventare “anti” subito se non vedrò interventi veloci e coraggiosi sulle ferite più infette: sull’Alitalia, sull’alta velocità, sull’energia, sull’Iraq, tanto per dirne qualcuno.