L’anno Mozartiano è cominciato alla grande con il Concerto di Capodanno da Vienna (per la sua analisi tecnica ti rimando a questo erudito post di Chettimar), e continua stasera con l’oratorio “La Betulia liberata”, eseguito dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali e dal Coro Ars Cantica.
L’opera è basata su una produzione teatrale di Pietro Metastasio ed è stata commissionata a probabilmente a Padova nell’estate del 1771, in occasione del primo viaggio di Mozart in Italia: il ragazzo aveva solo quindici anni. La storia di Giuditta e Oloferne viene narrata con toni molto realistici, pure troppo:
Replico il colpo: ecco l’orribil capo
Dagli omeri diviso.
Guizza il tronco reciso
Sul sanguigno terren: balzar mi sento
Il teschio semivivo
Sotto la man che il sostenea. Quel volto
A un tratto scolorir; mute parole
Quel labbro articolar; quegli occhi intorno
Cercar del sole i rai,
Morire e minacciar vidi, e tremai.
Molto pulp.