A molti giovani di belle speranze e luminoso avvenire non è ancora chiaro che il curriculum, anche quando redatto correttamente e in Word, non serve assolutamente a nulla: per impostazione predefinita viene immediatamente gettato nella spazzatura.
A volte viene prima letto velocemente alla ricerca di qualche grosso strafalcione per farsi due risate; e poi viene subito buttato.
In alcune grosse aziende i curriculum vengono attentamente raccolti e meticolosamente archiviati da un solerte addetto: nel corso della successiva riorganizzazione il solerte addetto perde il posto e gli archivi vengono buttati in un solo colpo, senza che mai occhio umano li abbia consultati.
Il peggior nemico dei giovani di belle speranze e luminoso avvenire è la stampa unione di Word, la maledetta funzione spammica che permette loro di sparare il curriculum a migliaia di indirizzi in un colpo solo: con la stessa efficacia che se li inserissero loro stessi, uno a uno, nella tazza del cesso dei destinatari.
Invece il loro miglior amico, in questi tempi moderni, è Google, che consentirà una attenta ricerca nel settore di interesse, da cui ricaveranno un ristretto numero di aziende di cui approfondiranno vita morte miracoli e apparizioni, imparando a memoria prodotti, reparti, nomi di battesimo delle persone con cui desiderano entrare in contatto: tutto insomma.
La giovane o il giovane si attaccheranno quindi al telefono fino ad ottenere un appuntamento faccia a faccia, ovvero l’unica cosa che davvero serva. E sempre grazie a Google avranno già metabolizzato tutti i preziosi suggerimenti su come far bella figura a un colloquio di lavoro.
Il curriculum si invia in un solo caso: quando viene insistentemente richiesto dall’azienda per cui vorresti lavorare. Come sempre, aiuta molto essere parente stretto del titolare.