Corriere della Sera, Sabato 13 Agosto 2005, pagine 8 e 9. Titolo a tutta pagina: “Il petrolio non si ferma, timori per la ripresa”.
A metà dell’articolo di apertura di Gabriele Dossena leggo con una certa speranza:
Ma quali sono i motivi che hanno spinto le quotazioni dell’oro nero a percentuali di incremento superiori degli ultimi due mesi?”
E poi il buio. Si capisce che Gabriele non ha una idea precisa, o non la vuole dire. Cita motivi pro e contro il rincaro ma per la miseria, il rincaro c’è stato, no?
Alla fine, sembra che tutto sia colpa delle raffinerie americane che non riescono “a tenere il passo della domanda”. E ciò genera incertezza, “specie su PIL e inflazione”. E questo conclude la descrizione dei motivi.
Ora io non credo affatto che Gabriele Dossena sia un imbecille; dopotutto, lavora per il Corriere. E neanche Daniele Manca, o Antonella Baccaro, o Roberto Bagnoli, che firmano altri pezzi di questo Primo Piano.
Ma scrivere due intere pagine di approfondimento sul prezzo del greggio senza mai dire che si tratta di energia non rinnovabile?
C’è un consenso diffuso e generalizzato nella comunità scientifica internazionale sul fatto che il petrolio a buon mercato è destinato a finire. La discussione riguarda solo il quando: c’è chi dice ieri, chi dice oggi, chi dice domani. Ma di tutto ciò, al Corriere, preferiscono non parlare. O forse è un lusso che non possono permettersi.