Il botanista che è in me

Il botanista che è in me, è morto da piccolo. Quel che rimane, a malapena distingue una margherita da una rosa.


E’ un vero peccato, perché la macchia mediterranea del Capo di Coda Cavallo era verde, rigogliosa, lussureggiante di fiori dai mille colori e dai nomi a me totalmente sconosciuti.

Meno male che Gilgamesh ha visto e ha corretto, nei commenti a due post nei quali sfoggio la mia enciclopedica ignoranza.

Allora questa storia che sul web l’editing avviene a posteriori, sembra proprio sia vera. Ancora grazie a Gilgamesh.

Tra l’altro: ieri mattina mi ha attraversato il sentiero una tartaruga di terra lunga una trentina di centimetri. Io credevo che esistessero solo nei documentari del National Geographic.