Roby Lakatos

Il concerto di ieri sera al Conservatorio di Milano è stato onesto e dignitoso. Polina Leschenko al pianoforte e Christian Poltéra al violoncello hanno suonato Shumann (benino), Rachmaninov (si può fare meglio), Chopin (mah).

Ma alla fine della seconda parte è apparso sul palco (prima volta in Italia) il violinista Roby Lakatos, ed è cambiata la musica. Virtuosismo strabiliante (un pizzicato “de paura”), naturale sicurezza, grande presenza scenica. Pubblico che si svegliava di colpo, elettrizzato.



Ha suonato: Melodie di Ciaikovsky, Marche da Amore delle tre melarance di Prokofiev, la Danza delle Spade di Cachaturian. Bis con Vocalise di Rachmaninov, in trio.

Paradossalmente, il successo di quest’ultima parte ha messo in totale ombra il resto del concerto, che a confronto risultava totalmente opaco.