Il vecchio Bach

Il re aveva l’abitudine di tenere ogni sera un concerto privato, nel quale egli stesso suonava di solito un concerto per flauto. Una sera, proprio mentre stava preparando il suo flauto e i musicisti erano già riuniti, un funzionario gli consegnò la lista dei forestieri che erano arrivati. Con il flauto in mano, egli scorse la lista, e improvvisamente si volse ai musicisti riuniti e disse, con una certa agitazione: “Signori, il vecchio Bach è qui”. Il flauto venne quindi messo da parte, e il vecchio Bach venne convocato a palazzo.

Così Forkel, primo biografo di Bach, racconta il celebre episodio della visita a Federico II di Prussia a Potsdam e della genesi dell’Offerta Musicale. E io ho sempre avuto in testa l’immagine del vecchietto fragile e malfermo, del nonnetto svagato, un poco alla Ginger e Fred.

Leggendo invece Wolff (lo stupendo “Johann Sebastian Bach, la scienza della musica”, Saggi Bompiani) scopro che

  1. Il viaggio a Potsdam è del 7 maggio 1747, quindi Bach aveva solo 62 anni.
  2. Bach godeva di ottima salute e non soffriva di nessun disturbo.
  3. Federico II lo chiama “Alte” per distinguerlo dal “Junge” C. P. E. Bach, il figlio, che prestava servizio presso di lui da nove anni come clavicembalista di corte.

A ben vedere, l’idea del fragile nonno è negata anche dal fatto che il re invitò Bach a provare tutti i suoi fortepiani costruiti da Silbermann, e il giorno dopo gli organi di tutte le chiese di Potsdam.