Un modo sicuro per risolvere un caso ingarbugliato è quello di seguire il flusso di denaro. Dal blog di Luca De Biase leggo:
“Siamo abituati a pensare che, in quanto mestiere, che si svolge dietro un pagamento, il giornalismo (teoricamente) si impegna a seguire un metodo trasparente nella raccolta e nell’esposizione dell’informazione. Perché nel mondo del mercato la cosa seria è il denaro e questo fa diventare più apparentemente più serio il giornalismo di quanto non sia una conversazione gratuita.”
Questo passaggio, e tutto il post, mi spingono a riflettere. Chi paga la grande informazione oggi? Non certo il pubblico, che dei giornali paga un minimo, e dei telegiornali non paga niente.
Chi paga, allora? La pubblicità, naturalmente. Il rapporto di mercato, quello serio con i soldi seri, si sviluppa, alla fine di tutto, tra il giornalista e il pubblicitario; il pubblico è solo il terzo incomodo, con molta poca voce in capitolo.
E come questo influisce sul mestiere di giornalista? In modi poco belli, come ad esempio segnala oggi BuzzMachine davanti a una storia assurda (ma con dentro tette e bambini) passata sui telegiornali nazionali:
“But is this national news? Is this news at all? Is this a story that affects our lives? Is this a story that reveals some larger trend in society of which we should be aware? Is this a story that reveals a scandal and saves innocent victims?
Or is this pathetic pandering for ratings?”
Anche a casa nostra di esempi di questo tipo ne vediamo tutti i giorni. Perché è il sistema che tira da quella parte, e premia e promuove il giornalista cinico e furbetto rispetto al bravo giornalista che pure esiste, ed anzi è la prima vittima di questa contraddizione.
Allora, per arrivare alla fine del pippone, che oggi non ho tempo di scrivere un post breve, credo che la mancanza di pagamenti nel blog aumenti la trasparenza del rapporto, rispetto all’informazione tradizionale. E penso che i bravi giornalisti, quando aprono un blog, se ne accorgono subito.
Non si tratta di soldi, si tratta della propria faccia, molto più importante.