L’idea che un essere intelligente possa dar fuoco a tubetti di foglie secche spezzettate, ed aspirarne deliberatamente il fumo (assai nocivo peraltro), mi è totalmente incomprensibile:
“Estraevano, con distratta noncuranza, di tasca, il portasigarette d’argento: poi, dal portasigarette, una sigaretta, piuttosto piena e massiccia, col bocchino di carta d’oro; quella te la picchiettavano leggermente sul portasigarette, rinchiuso nel frattempo dall’altra mano, con un tatràc; la mettevano ai labbri; e allora, come infastiditi, mentre che una sottil ruga orizzontale si delineava sulla lor fronte, onnubilata di cure altissime, riponevano il trascurabile portasigarette.”
Mia moglie ed io abbiamo smesso insieme diciassette anni fa, e mai più ripreso.