Antonio è il mio skipper ideale, per la pazienza con cui mi ha sopportato ieri pomeriggio in barca. Forse riconosce l’entusiasmo e la voglia di fare, e spera che con l’allenamento arrivi anch’io un giorno a prendere confidenza col mezzo.
In virata: mollare la volante sopravento, mollare la scotta del genoa sottovento, virare, cazzare il fiocco sottovento, cazzare la volante sopravvento. Se sei lento, il genoa ti rimane fuori dal pulpito e devi andarlo a riprendere a mano (a me, sempre).
Al timone: occhi puntati sui segnavento del genoa, anticipare qualsiasi arricciatura. Angolo di bolina tra 25° e 30°. Sotto raffica prevenire le straorzate. Movimenti sempre delicati e di sensibilità (la mia rotta sembrava quella di un ubriaco).
Tornato a casa la sera, mia moglie dice “Dai usciamo, non sarai mica stanco”. E io, distrutto nel fisico e cotto dal sole “Ma scherzi? Faccio una doccia veloce e sono pronto”.