Ieri sera a cena (prelibatezze che ancora oggi sconto), un medico di un grande ospedale pubblico del Nord operoso spiegava come un certo reparto con lista d’attesa di circa otto mesi abbia a libro paga ben venti addetti al servizio, ma tutti affetti dalle più rare e debilitanti patologie croniche che li rendono totalmente inabili al lavoro, così che raramente si celebra la presenza contemporanea di più di due di loro.
Per esempio, tra i venti vi è una signora che soffre di certificatissime “mestruazioni dolorose” che la costringono all’inattività dieci giorni prima e dieci giorni dopo, ogni mese, da quindici anni a questa parte; e si spera già in una menopausa meno traumatica.
E in tutta la storia di questo ospedale, che da lavoro a migliaia di persone, pare non si sia mai verificato un singolo caso di gravidanza che non fosse “a rischio” e non richiedesse, a poche ore dal concepimento, la messa a totale riposo della futura mamma.