Manca la banda? Mancano i servizi? Manca il coraggio?

Premetto che David Isen ha recentemente pubblicato uno splendido post in proposito. Comunque, prima Massimo dice che la Telecom spera in modelli di business sorpassati; poi Paolo dice che la banda c’è ma mancano i servizi:

“La possibilità di disporre di una quantità di banda illimitata (come succede sulle reti a fibra ottica) consente infatti di inventare qualsiasi cosa, ma fino a quando i servizi non sono disponibili la gente non si abbona, e fino a quando la gente non si abbona non c’è abbastanza spinta alla creazione di nuovi servizi. Le aziende di telecomunicazioni dovrebbero investire per rompere questo schema.”

Non potrei essere meno d’accordo, sia con la sua analisi che con la sua proposta. Provo quindi ad esporre la mia opinione.

Prima di tutto, la barriera di accesso alla banda larga è una barriera puramente economica, anzi commerciale e politica. Se la gente non si abbona è perché il servizio costa troppo. Tant’è vero che, come giustamente osserva Paolo, l’uso della banda già oggi possibile è appena al 2%: questo però è segno di monopolio, ovvero di scarsità artificiale.

Riassumendo: la banda ce l’hanno e non me la danno. Perché non me la danno? Perché io la userei subito per quei servizi di telefonia via internet, VoIP, che uccideranno il core business delle società di telecomunicazioni.

Oggi internet è uno dei servizi della telecomunicazione, ma la comunicazione telefonica diventerà uno dei servizi di internet. In questo scenario, la Telecom è un cadavere che ancora non si è accorto di essere morto.

Quindi: le aziende di telecomunicazioni sono in una brutta situazione. Se investono su internet, si scavano la fossa. Se non investono su internet, vengono scavalcate. In più, sono senza soldi a causa dei dissennati investimenti in tecnologie superate già prima di arrivare al cliente.

Che faranno? La fine della Cirio/Parmalat/Alitalia?