Andras Schiff suona Beethoven

Andas Schiff ha intenzione di eseguire tutte le 32 sonate per piano, in ordine rigorosamente cronologico, e ha cominciato ieri sera al Conservatorio di Milano con le prime quattro.

Il concerto è stato eccellente per molti motivi. Come prima cosa, il programma di sala riportava una lunga, interessante intervista di Schiff sulle Sonate e sulla sua visione del pianismo di Beethoven.

Secondo, sul palco sia un classico Steinway ( Sonate 1 e 3) che un più raro Bosendorfer modello 290 (Sonate 2 e 4) più lungo e più largo, con nove note in più a sinistra. Commento di tutti: Steinway squillante, Bosendorfer caldo; sentendoli uno dopo l’altro, le differenze saltavano all’orecchio molto chiaramente.

Terzo, l’esecuzione cronologica ha permesso di toccare con mano la spettacolare evoluzione di Beethoven, in sole quattro sonate, dall’adesione ai modelli del maestro Haydn allo stile totalmente nuovo e personale della Sonata no. 4.

Infine, Schiff è quanto di più lontano si possa immaginare dal titanismo romantico, dall’impeto passionale, dalla teatralità. A me pare che i panni romantici gli stiano un poco larghi, che non si lasci mai andare del tutto. Ma all’interno di questo suo limite umano più che musicale, c’è grande concentrazione, grande sensibilità. Insomma, gran bel concerto. Conservatorio gremito, pubblico molto caldo, nessun bis.