Stephen Hough e l’Orchestra di Padova e del Veneto

Lunedì scorso al Conservatorio di Milano c’era Stephen Hough e l’Orchestra di Padova e del Veneto (senza Piero Toso), con questo programma:

Johannes Brahms

Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op. 15

Ludwig Van Beethoven

Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92

Brahms poco più che ventenne scrive questo suo primo concerto pare su istigazione di Shumann, e ne viene fuori una cosa piuttosto difficile, molto costruita, senza nessuna pietà per la platea. Il fluire naturale della musica, tipico del Brahms maturo, ancora non c’è. Ma Hough si disimpegna bene, e bissa con la Traumerei di Shumann.

Poi l’orchestra da sola si cimenta nella Settima, e se la cava assai bene. Prima di tutto si sente che ce l’hanno dentro e che suonavano praticamente a memoria. E poi è musica stupenda, che non riascoltavo da tempo. Ad esempio, un momento assolutamente magico è l’inizio del secondo movimento (2,9 MB), con il celebre tema esposto prima dai violoncelli, poi dalle viole, poi dai violini e infine da tutta l’orchestra. Una emozione fortissima: e alla prima esecuzione (8 dicembre 1813 a Vienna, diretta da Beethoven) il pubblico entusiasta ne chiese subito la ripetizione.