Ivry Glitis e Orchestra di Padova e del Veneto a Milano

Ieri sera al Conservatorio c’era il leggendario Ivry Gitlis, nato ad Haifa nel 1922 (Stradivary “Sancy” del 1713), e l’Orchestra di Padova e del Veneto di Piero Toso (Amati 1660), con questo programma:

Johann Sebastian Bach

Primo Concerto Brandeburghese in fa maggiore BWV 1046

Terzo Concerto Brandeburghese in sol maggiore BWV 1048

Concerto in re minore per due violini e archi BWV 1043

Camille Saint-Saens

Havanaise op. 83

Introduzione e Rondò Capriccioso

La prima parte, bachiana, è stata deludente. I due concerti sono venuti via abbastanza piatti e con improvvisi e vistosi scollamenti tra le diverse sezioni dell’orchestra. E il clavicembalo, come al solito dal vivo, era totalmente coperto dagli altri strumenti (la Venice Baroque Orchestra di Marcon affida il basso continuo al liuto, che si amalgama molto meglio con gli strumenti moderni).

Il concerto per due violini dava la netta impressione di non essere stato provato. Toso senza spartito, molto composto e barocco; Gitlis con spartito (?), molto romantico e con tempi suoi che l’orchestra non riusciva a indovinare e faticava a seguire… insomma, un disastro. Come al solito, Bach non perdona.

Totalmente diversa la seconda parte. Gitlis senza spartito ci ha sciorinato due pezzi tra brillante virtuosismo e languida cantabilità, così belli che mi hanno ripagato totalmente del brutto Bach. La Havanaise è stata anche bissata, e alla fine il pubblico applaudiva in piedi.

Cambiando argomento, comincia a delinearsi la prossima stagione. Avremo a novembre Martha Argerich con Ivry Gitlis, Shlomo Mintz; a dicembre Gidon Kremer e la Kremerata Musica, a gennaio un “Ciclo Brahms” (tre giorni di fila), Vadim Repin; a marzo due volte i Solisti di Mosca con Yuri Bashmet; a giugno Viktoria Mullova. Poi Alexander Lonquich più volte, e poi tanti altri per un totale di una abbondante cinquantina di concerti.

La modica invariata spesa è di 400 Euro per i posti numerati, o 300 Euro per i posti non numerati. Pensa che con quei soldi potrei comprarmi il cofanetto dell’Opera Omnia di Bach: ma il peggiore dei concerti è sempre mille volte meglio della migliore delle registrazioni. Secondo me.