Mi è appena arrivato l’opuscolo (24 pagine) di Edward Tufte. Delizioso! Ti cito:
“Nella pratica di tutti i giorni, i modelli di PowerPoint potrebbero migliorare il 10-20% di tutte le presentazioni inette ed estremamente disorganizzate, al costo di un visibile danno intellettivo all’altro 80%. Statisticamente, i livelli di orrore provocato si avvicinano alla demenza. Dato che ogni anno nel mondo si producono circa da 1010 a 1011 diapositive di PowerPoint (molte basate sui modelli), possiamo parlare di un rilevante e misurabile impedimento alla comunicazione tra colleghi. O per lo meno una enorme perdita di tempo.
Il danno è in qualche modo mitigato dal fatto che le riunioni in cui vige lo stile cognitivo di PowerPoint non sono poi così importanti. PowerPoint permette a chi lo usa di giocare con le mille funzionalità invece di informare: i presentatori fanno finta di presentare, e gli ascoltatori fanno finta di ascoltare. Questo scherzo alle spalle di sostanza e pensiero dovrebbe sempre provocare la domanda:Perché ***** stiamo tenendo questa ******* riunione?
Come non essere d’accordo? E’ da molto tempo che per le mie presentazioni mi basta una lavagna bianca e un pennarello. Per le spiegazioni molto complicate, due pennarelli di diverso colore.