Per il puro piacere di rileggere una pensata intelligente, ti riporto il commento di Giorgio a un post di Mantellini sul Giornalismo:
“Io sono un fisico, e so perfettamente identificare un altro fisico: gli sottopongo una serie di problemi di complessita’ crescente e vedo se sa risolverli. Se li risolve tutti, allora e’ un bravo fisico. Se ne risolve solo una parte, allora e’ un cattivo fisico. Se non sa da dove cominciare, allora non e’ un fisico.
Il concetto e’: esiste un metodo operativo per distinguere un fisico da un non-fisico in base al risultato del suo lavoro (la capacita’ di risoluzione di una certa classe di problemi).
Vale anche (e soprattutto!) il viceversa: esiste una classe di problemi (o, per estensione, di lavori) che solo un fisico e’ in grado di risolvere o portare a termine.”
Il punto è assai interessante. Il buon italiano, la scrittura coinvolgente, lo stile, la capacità di scavare, caratterizzano il buon giornalista ma non sono una prerogativa esclusiva del giornalista.
Secondo me l’unica cosa che davvero distingue il giornalista è che scrive su un giornale. Che una volta era l’unico modo di farsi leggere. Oggi non più.