Il bello di giornali e riviste è che, qualunque stupidaggine tu scriva, a meno che non la sia grossissima, il giorno dopo è buona solo a incartare le ova freschissime del contadino, che me le porta la Signora Franca come segno di speciale devozione.
Invece il bello di internet è che, qualunque cosa tu ci scriva, e dovunque te tu l’abbia scritta, rimane per l’eternità disponibile a qualsiasi cazzeggiatore perdigiorno che se la cerchi su Google.
Ed è così che io ho scoperto, per appartenere appunto alla suddetta categoria, i dieci articoli che sconvolsero il mondo:
- Internet, arriva il browser per navigare in tre dimensioni di Giancarlo Mola
- Gli odori diventano bit e viaggiano su Internet di Giancarlo Mola
- Bug, semaforo giallo per il Giubileo di Giancarlo Mola
- Virus, dagli Usa la prima cura di Giancarlo Mola
- In Rete si moltiplicano i “blog di guerra” di Giancarlo Mola
- La rivoluzione della Lotteria “Punteremo al superjackpot” di Giancarlo Mola
- Nella Woodstock della Rete aziende a caccia di esperti web di Giancarlo Mola
- “Le tribù della Rete, necrologio del moderno” di Giancarlo Mola
Ne mancano due e ce ne sarebbero molti altri, spazianti a volo radente su tutto lo scibile, ma mi è mancato il cuore.