Bandiere di seconda mano

Mio zio ama il mare e l’informatica, usa le nuove tecnologie, indulge in affermazioni iperboliche e si professa cinico. Riguardo all’invasione dell’Iraq, propone di acquistare subito tutte le bandiere della pace usate a mezzo euro, per rivenderle a cinque euro quando tra sei mesi toccherà alla Siria, o all’Iran…

Dice che lui questa situazione l’ha già vissuta quando, alla vigilia dello sbarco alleato in Sicilia, il Mascellone strombazzava “Li respingeremo sul bagnasciuga!”. Questo alle sei del pomeriggio; alle sei del mattino dopo la Sicilia era conquistata. Per mio zio il parallelo Saddam-Mussolini è automatico, e quindi il problema etico-politico non si pone.



Certo che allora tutto succedeva senza testimoni, e le cose si sapevano molto tempo dopo. Oggi l’informazione è immediata, non-mediata, istantanea e incontrollabile. L’immagine di un singolo soldato morto brucia di più di una intera divisione annientata lontano dalle telecamere. Il tentativo americano di nascondere le immagini dei prigionieri è sintomatico, ma patetico.