Tecnico di Reti

Ieri ho finito la mia parte di lezioni per un corso “Tecnico di reti” a Varese, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dedicato a iscritti alle liste di collocamento. Al corso sono arrivati sia ragazzi freschi di scuola e alla ricerca di un primo impiego, così come adulti licenziati da aziende che hanno ristrutturato oppure sono fallite.

C’erano quindi forti disparità nelle conoscenze informatiche e nelle esperienze maturate, ma soprattutto nelle motivazioni. Questo ha reso il corso più pesante del solito; ma non impossibile. La diffcoltà è stata riscattata da momenti di illuminazione (“Ha! ho capito!”) e dal fatto che molti di loro avevano una genuina voglia di imparare. Tra le cose più divertenti che abbiamo fatto metterei:

  • fabbricarci i cavi di rete con forbici e crimpatrice
  • imparare a memoria i livelli ISO-OSI e poi dirli cantando (da sopra e da sotto)
  • preparare una offerta commerciale per una nuova rete
  • subnettare e supernettare con carta e matita
  • configurare i routers da zero e poi pingarli per vedere se tutto funziona

Sono particolarmente vicino a quelli che, senza colpa, hanno perso un lavoro e sono già adulti, con moglie e figli e rate; che si rimettono a studiare e cercano comunque di crescere e andare avanti e non chiudersi nella disperazione e nel senso di inutilità.

Ieri pomeriggio, al momento di tirare le somme, mi hanno chiesto dove potevano mandarmi i loro curriculum. Forse sono stato troppo duro, ma ho risposto che i curriculum si buttano per impostazione predefinita, senza aprirli. Gli unici che si leggono sono quelli espressamente richiesti, oppure quelli presentati da qualcuno che si conosce e che garantisce per la loro corrispondenza al vero. Penso sia meglio che lo sappiano prima, e che non si illudano.

Comunque, a tutti auguro un grande in bocca al lupo.