Non ti avevo raccontato niente di Venerdì scorso, perché non c’era molto da raccontare. Al Teatro Dal Verme c’erano i Berliner Streichsextett e suonavano un Boccherini e due Brahms. Interpretazione opulenta, intensa ma anche un poco pesante. Il Teatro Dal Verme è molto bello, nuovo, ottima acustica, ma è freddo (come temperatura della musica, non della sala).
Ma ieri al Conservatorio era una storia diversa, con Alexander Lonquich solista e direttore con l’Orchestra da camera di Mantova, con il seguente programma:
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra K 450
Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 44 in mi minore “Funebre”
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto in fa maggiore per pianoforte e orchestra K 459
I mantovani sono bravi ed entusiasti. Lonquich è un ottimo pianista e direttore, e soprattutto è uno che non se la tira. I concerti di Mozart e la sinfonia di Haydn sono la musica classica per eccellenza. Insomma, tutto ha concorso a rendere la serata memorabile.
Bis con l’Allegro finale del Concerto in fa maggiore, e poi con Lonquich da solo (un Impromtu di Gabriel Fauré).