Accompagnato al pianoforte da Alessandro Specchi, Uto Ughi ha suonato ieri sera al conservatorio di Milano con il seguente programma:
Pietro Nardini
Sonata in re maggioreRobert Shumann
Sonata in la minore op. 105 per violino e pianoforteSerghei Prokofiev
Sonata n. 2 in re maggiore op. 94Maurice Ravel
Tzigane
Uto Ughi gode di un privilegio unico al mondo nello strumento che suona: il suo Guarneri del Gesù del 1744 ha una voce di una bellezza assoluta.
Nardini (della scuola di Giuseppe Tartini) è stato piacevole, specie l’allegretto finale, è stato interessante, ma era un poco di riscaldamento.
Schumann molto bello nel Moderato iniziale, Prokofiev tutto stupendo, Ravel molto virtuosistico (pure troppo).
Le doti migliori di Ughi mi sembrano stare nella grande passione che riesce ad esprimere, nella bellezza dei cantabili, nella focosità degli allegri. E se tu storci il naso e obietti sulla notina fuori posto, io ti dico: torna in classe, e lascia ai grandi le cose dei grandi.
Per il resto, il pianista è stato totalmente oscurato dal violino, come sempre con Ughi. Infine ho trovato molto fastidiosa l’inutile enfasi del programma di sala che si sperticava con titoloni in corsivo rosso virgolettato quali “La leggenda di Uto Ughi” e “L’Eroe della Musica”: piaggieria totalmente fuori luogo.