Ieri sera al Conservatorio di Milano trio con il violinista Gidon Kremer (Guarneri del Gesù ex David del 1730), la clarinettista Sabine Meyer e il pianista Oleg Maisenberg.
Concerto dedicato al Novecento, con il seguente programma:
Alban Berg:
4 Pezzi per clarinetto e pianoforte op 5Arnold Shoemberg:
Fantasia per violino e pianoforte op. 47Arnold Webern:
4 pezzi per violino e pianoforte op. 7Igor Stravinski:
L’Histoire du Soldat – Piccola Suite per violino, clarinetto e pianoforteClaude Debussy:
Prima Rapsodia per clarinetto e pianoforteMaurice Ravel:
Sonata per violino e pianoforteBela Bartok:
Kontraste SZ 111
Che ti posso dire dei primi tre pezzi? Sono accomunati dal fatto che evitano sistematicamente di offrire il seppur minimo appiglio all’ascoltatore: niente ritmo, niente tonalità, niente melodia; dalle note precedenti non potrai mai prevedere la nota seguente, nè la sua durata, nè la sua intensità. Insomma non c’è “tensione”, mi è sembrato che la questa musica, nell’ansia di andare contro a tutto, non voglia andare da nessuna parte, ti scaraventi in mezzo al nulla e sia sostanzialmente indifferente allo spettatore, anzi forse direttamente ostile.
Diverso discorso con Stravinski e Bartok, che ti portano sì, ma in un viaggio fantastico dove la normalità, la convenzionalità sono solo apparenze di cui impari presto a non fidarti.
Ancora diverso Debussy: il viaggio si svolge sui solidi binari della struttura classica, lo spettatore/viaggiatore è libero di appoggiarsi allo schienale e godersi panorami di grande bellezza.
Insomma hai capito che a me non piace il Novecento. Ma mi fa bene ogni tanto ascoltarlo, e quindi non mi lamento. Ieri sera poi gli interpreti erano di primissimo livello, quindi…
Significativamente, il bis è stato un valzerino di campagna vagamente Casadei, a scherzoso indennizzo.