Ieri sera al conservatorio di Milano concerto del giovane Julian Rachlin (suona il Guarneri del Gesù “ex Carrodus” del 1741) accompagnato al piano da Itamar Golan, con il seguente programma:
Franz Shubert
Sonata “Arpeggione” per viola e pianoforte
Johannes Brahms
Sonata no. 1 per violino e pianoforte in sol maggiore op. 78
Benjamin Britten
Lachrymae per viola e pianoforte op. 48
Serghei Prokofiev
Sonata in fa minore op. 80 per violino e pianoforte
Schiamazzi scomposti in sala prima dell’inizio, non si è capito il perché ma certamente la combinazione di caldo afoso e bevande alcoliche gioca brutti scherzi.
Partenza con l’arpeggione, e la prima impressione è stata di averne ascoltato esecuzioni migliori (Yuri Bashmet, ad esempio). Invece ascoltando Brahms ero più convinto, anche se dentro di me pensavo: “ci vuole più sfrontatezza! osare di più!”.
Britten cominciava con “che palle”, continuava con un virtuosismo un poco fine a se stesso, finiva invece con una bella semplice melodia. Prokofiev è stato il meglio della serata, bella musica e bella interpretazione.
Come bis, prima Camille de Saint Saens, “Introduccion et rondò capriccioso”; poi un “Souvenir de vienne” di Kreisler che avevamo ascoltato la settimana prima nella trasposizione per pianoforte di Rachmaninov.
Insomma, un concerto in crescendo cominciato benino e finito benissimo, tra i calorosi applausi di un pubblico non molto numeroso. Julian Rachlin mi è piaciuto di più al violino che alla viola e Itamar Golan mi è piaciuto sempre.