Hotmail e l’arte di raccontare balle

Questo articolo se la prende molto con MSN per come i dati personali vengono (mal)trattati da Hotmail.

Allora sono andato a leggere di persona la loro Informativa sulla privacy che baldanzosamente comincia dichiarando:

“MSN si è assunta come impegno prioritario quello di proteggere la privacy dei propri utenti e di sviluppare tecnologie che possano garantirti efficienza e sicurezza quando sei su Internet.”

Siamo a posto! Dopo un così nobile inizio, sei già convinto e smetti di leggere le altre cento pagine. E fai male.

doublespeak


Fai male perché, al paragrafo “Hotmail“, ti aspettano alcune chicche abilmente nascoste tra un profluvio di assicurazioni del contrario. Cito letteralmente:

In che modo MSN utilizza i miei dati: le informazioni di registrazione vengono utilizzate per garantire il funzionamento del sito, per generare statistiche di carattere demografico e per la visualizzazione di annunci pubblicitari personalizzati.

Hotmail non ti invierà alcuna informazione non richiesta, inclusi messaggi di posta elettronica, fatta eccezione per i casi indicati di seguito. I nuovi utenti riceveranno una lettera di benvenuto da Hotmail in cui verranno illustrate le funzionalità offerte dal servizio.

È anche possibile che ti vengano inviate comunicazioni periodiche per segnalare modifiche al servizio, nuove funzionalità, aggiornamenti su problemi tecnici e informazioni su altri prodotti e servizi Microsoft. Hotmail potrebbe inoltre contattarti per effettuare sondaggi d’opinione via e-mail relativi a servizi già disponibili o in via di sviluppo.

Hotmail potrebbe, inoltre, contattarti saltuariamente da parte di partner esterni per informazioni relative a particolari offerte ritenute interessanti. Hotmail comunque non comunicherà il tuo indirizzo e-mail ai partner commerciali.”

Come sarebbe a dire? Hotmail potrebbe contattarti da parte di partner esterni? E la protezione della privacy? Ti venisse la peronospera se questo non è un doublespeek megagalattico.

Stefano Rodotà, nato a Cosenza nel 1933, professore ordinario di Diritto civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’università “La Sapienza” di Roma, è uno degli autori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, approvata al Consiglio d’Europa di Nizza nel dicembre 2000.

Evidentemente confidano sul fatto che nessuno legga oltre il primo paragrafo, nemmeno il Garante della Privacy! Caro Stefano Rodotà, dove sei? che fai? O forse la Microsoft è un osso per te troppo grande?