Ho approfittato delle vacanze di Pasqua per rileggere “La tía Julia y el escribidor” di Mario Vargas Llosa (Ed. Seix Barral, 1977).
E’ la storia autobiografica, delicatamente ironica, dell’educazione sentimentale e letteraria dello scrittore da cucciolo, nella Lima anni ’50.
Parallelamente alla storia d’amore corrono le trame tessute dal “escribidor” Pedro Camacho, autore di radionovelas: una manipolazione delirante della sottocultura ispanica (ma anche latina in generale), portata al parossismo della più grottesca truculenza dal progressivo deterioramento mentale del Camacho.
Insomma, un gran bel libro.