Salvatore Accardo e Bruno Canino al Conservatorio di Milano

Ieri sera, dopo tanto tempo, ho riascoltato Salvatore Accardo (Stradivari Hart ex Francescatti e Stradivari Uccello di Fuoco ex Saint-Exupéry) e Bruno Canino. Il bel programma della serata:

Franz Shubert:

Sonata in sol minore per violino e pianoforte op. 137 n. 3 – D408

Gabriel Faurè:

Sonata in la maggiore per violino e pianoforte

Serghei Prokofiev:

Sonata no. 1 in fa minore per violino e pianoforte

Camille Saint-Säens:

Introduzione e Rondò capriccioso op. 28

Una delle mie grandi passioni è sempre stata quella di detestare la musica francese. Atteggiamento dettato principalmente dall’ignoranza, visto che poi quando la ascolto mi piace.

Salvatore Accardo


Dopo uno Shubert leggero e spensierato, la sonata di Faurè è stata un crescendo di emozioni. Poi Prokofiev cupo e sardonico, e per finire Saint-Säens funambolicamente virtuosistico. Salvatore Accardo suonava senza spartito e sbirciava ogni tanto su quello di Bruno Canino. Non ha mai perso la chiarezza del fraseggio, nemmeno nei passaggi più terribilmente complicati.

Paragonavo questo concerto con quello della settimana scorsa (Isserlis e Pestonen): ieri il pianoforte era tutto aperto, eppure l’amalgama di suono tra i due era perfetto. Sicuramente suonare in duo con Bruno Canino è un privilegio grande.

Bruno Canino


Una delle persone che si è divertita di più è stata la ragazza che girava le pagine a Canino: forse una sua allieva, sorrideva e segnava gli accenti con la testa, godendosela beatamente. Alla fine, applausi travolgenti e due bis.