In questo mondo virtuale in cui “we write ourselves into existence”, c’è chi si fa prendere da attacchi di paranoia e si chiede se ha a che fare con chi è davvero chi dice di essere.
Esempio: abbiamo seguito il blog di Heather Hamilton che racconta di come è stata licenziata per i commenti sui colleghi del suo blog, e ci siamo tutti indignati a morte, e le siamo stati tutti solidali. Ma immagina per un momento: e se fosse finzione letteraria? Se Heather stesse solamente scrivendo un racconto appena vagamente autobiografico? Come facciamo a saperlo?
In alcuni casi l’artificio è palese: vedi ad esempio l’idea bellissima del Bloggus Caesari, ovvero “De bello Gallico” in forma di blog.
Vedi anche il sito di David Still, un’idea un poco più contorta ma sempre letterariamente interessante.
La tecnologia non ci soccorre. Esistono certificati di sicurezza, sistemi di autenticazione, chiavi criptate, ma tutti questi artifizi non fanno altro che complicarci la vita e spostare il problema un poco più a monte.
Tutto si riduce a una domanda: ti fidi o non ti fidi?
Magari ti ricordi del “Dilemma del Prigioniero”. Hanno beccato te e il tuo socio, e siete ognuno nella sua cella di isolamento. Se cantate tutti e due, vi beccate tre anni. Se solo uno dei due canta esce libero, e l’altro si becca cinque anni. Se nessuno canta, vi beccate un anno a testa. Che fai? E soprattutto, esiste una strategia che alla lunga, giocando questo gioco mille volte, ti garantisce i risultati migliori?
Per capire se esistono strategie vincenti, il dilemma del prigioniero è stato giocato elettronicamente in gare tra programmi che implementano diverse strategie. C’è il programma che tradisce sempre, il programma che collabora sempre, quello che collabora o tradisce a caso, quello che collabora quasi sempre, eccetera. Programmi di complessità sempre crescente, che esaminano le mosse dell’avversario e cercano di predire la mossa seguente.
Il programma che ha vinto si chiama “Tit fot Tat” e si compone di due istruzioni:
collabora
ripeti l’ultima mossa dell’avversario
Non ti sfuggiranno le profonde implicazioni morali contenute in queste due righe. Esiste una versione online che puoi provare sia in modalità manuale, decidendo tu ogni mossa, sia in modalità automatica, scegliendo una strategia e lasciando fare al computer tutte le iterazioni. Trovo questa cosa affascinante e molto istruttiva.